La villa è da molti anni chiusa ed in stato di abbandono, con evidente degrado di finiture e intonaci.
La villa (forse originariamente proprietà della famiglia Corner di Venezia) fu abitazione di villeggiatura dei nobili Morelli fino alla fine del XVIII secolo, quando passò ai Cristofoletti. Fu poi ceduta ai Colombo e, infine, ai Giacomini. L'epoca di costruzione del complesso, datata da Mazzotti (1954) alla fine del 1600, in base al ritrovamento «di tracce di costruzioni sotterranee e di decorazioni gotiche e secentesche», è stata da altri anticipata di un secolo (Cagnazzi, 1983).
Morfologicamente «lineare ed articolata allo stesso tempo» presenta più corpi di fabbrica: quello padronale al centro e due barchesse porticate ai due lati, simmetricamente disposte ad "L", più basse di un piano e composte a loro volta da due corpi di diversa profondità, collegati alla villa attraverso quelli arretrati rispetto al fronte principale. Si determina così «verso sud, un profilo dentellato, e verso nord un lungo prospetto lineare che guarda la campagna».
La casa dominicale, a pianta quadrata, si innalza tre piani fuori terra, con copertura a piramide, assicurando alla facciata principale una tripartizione simmetrica.
Il piano nobile è ritmato da finestre centinate (con le lunette tamponate), che si raggruppano al centro per formare una trifora - l'apertura di maggiori dimensioni in corrispondenza dell'asse centrale dell'intero complesso - con largo balcone lapideo tripartito che aggetta proprio sopra la porta architravata del piano terra, impreziosita da una cimasa in pietra e affiancata da finestre simmetriche.
Tutte le aperture della facciata sono incorniciate in pietra. All'ultimo piano, le finestre rettangolari più piccole si aprono rigorosamente in asse con quelle sottostanti, tranne lo spazio di parete piena sopra la monofora centrale. Al di sopra corre il cornicione di gronda di semplice modanatura.
Le facciate laterali sono concepite con maggior semplicità: al centro di quella occidentale le coppie di finestre centinate sono poste a livelli sfalsati per illuminare il vano scala; in quella orientale sporge un grande camino con comignolo biforcato.
La facciata settentrionale pur impostasta in modo simile a quella principale ha dettagli diversi (è assente il balcone in pietra) e risulta in assoluta continuità con le ali laterali.
Staccato, ma rivolto allo spazio antistante la villa, è stato eretto un oratorio settecentesco, che accoglie al soffitto un affresco (Ascensione di Cristo), datato 1732, e una pala d'altare (San Pietro, san Marco e sant'Andrea), della tarda attività di Girolamo Brusaferro (Venezia, 1679-1745).
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