Ciro Cristofoletti
[a. m.] Nacque a Oderzo il 10 gennaio 1901. Messo a studiare nel locale Collegio Brandolini scappò però a casa (distante solo 300 metri) e per questo fu allora rinchiuso nel Collegio Ungarelli di Bologna, a trecento chilometri di distanza, da dove riscappò a casa.
Profugo nel 1917 con la famiglia a Bordighera, lavorò poi a Torino come operaio militarizzato alla Fiat. Destinato sicuramente al fronte, se la guerra non fosse finita l'anno dopo, fu invece militare a Pola, appena tolta all'Austria, e, al termine del servizio, imbarcato sul piccolo vapore ex austriaco Knin. L’esperienza di uno scampato naufragio nel golfo di Venezia lo indusse a rimettere piede su una nave solo nel 1962.
Ondivaga fu anche la sequenza lavorativa: impiegato fino al 1935 alla cassa di Risparmio della Marca Trevigiana, della quale il padre era stato direttore a Oderzo; poi per un anno ufficiale esattoriale; vanamente alla ricerca di un impiego a Milano; redattore del Corriere Diplomatico, un giornaletto per le ambasciate, nel 1937 a Roma; carriera giornalistica troncata dal “richiamo alle armi ” per pochi mesi a Gorizia nel 1939 a guardia della frontiera; impiegato a Treviso presso l'Ente per le cooperative fino al 1944. Infine la sua più lunga e ricordata professione: direttore della Libreria Canova in Calmaggiore a Treviso, dal 1946 al 1969.
Continuativa è la sua attività intellettuale ed artistica: collabora fin dal 1922 a giornali e riviste con numerosi articoli, partecipa con un quadro alla Biennale del 1948 (aveva cominciato a dipingere “tardivamente” nel 1946, convinto a prendere in mano i pennelli dal fratello Eugenio, dopo aver fino ad allora soltanto disegnato, per lo più ritratti caricaturali ed animali dal vero), espone la sua opera pittorica nel 1970 in una galleria di Roma, è “Accademico della cucina italiana” dal 1961. Aveva pubblicato nel 1945 il libro di ricordi d’infanzia “Infanzie borghesi”. Seguirono “Le rime illustrate” nel 1969, “Alle insegne di Ciro” nel 1971, “Racconti da Ai Bai.” nel 1972.
Non è semplice curiosità, da ultimo, ricordare la sua presenza nel 1970 nel film Morte a Venezia di Luchino Visconti: ebbe la parte del segretario dell'Hotel des Bains, ma fu soprattutto consigliere del regista per molti particolari e per l’atmosfera di quell’albergo del quale era stato ospite con la nonna negli stessi anni in cui è collocata la vicenda del racconto di Thomas Mann.
Morì ad Oderzo il 28 febbraio 1973. | Rielaborazione da: Giancarlo Pizzi,Ciro nei miei ricordi.
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