[a. m.] Annone (l'appellativo "Veneto" fu aggiunto dopo l'unità d'Italia per distinguerlo da altri comuni omonimi), deriva il suo nome da "ad nonum lapidem" (presso la nona pietra miliare) sulla via Postumia, la strada consolare romana costruita nel 148 a. C. per congiungere Genova con Aquileia, attraverso la pianura padano-veneta. Le nove miglia romane erano contate in questo caso da Opitergium (Oderzo), uno dei grandi centri antichi toccati dalla Postumia dopo Altinum. Lo stesso territorio era percorso a sud dalla via Annia, altro importante tracciato stradale che si snodava parallelo alla costa per mettere in comunicazione Adria sempre con Aquileia, passava per Padova, Altino e Concordia, e coincideva nell'ultimo tratto con la Postumia. La fondazione di Iulia Concordia nel 42 a. C. aveva comportato la centuriazione del territorio tra Livenza e Tagliamento (agro concordiese), cioè la suddivisione in lotti assegnati ai legionari. Di quest'epoca rimangono visibili in superficie modesti reperti archeologici di tre probabili ville rustiche.
Il primo documento scritto avvalorante il toponimo di Annone sarebbe un atto di donazione di beni nel 762 da parte di nobili longobardi per la fondazione dell'Abbazia di Sesto al Reghena. Tale fonte non risale però all'Alto Medioevo, ma è una copia tarda, la cui corrispondenza all'originale non è certa. Sicuro, invece, è che il luogo, essendo legato con la pieve di Lorenzaga, dipendeva dall'Abbazia benedettina sestense e di conseguenza dal patriarca di Aquileia, nel contesto di complessi legami feudali e religiosi. Dopo invasioni e sconvolgimenti naturali e una lenta riorganizzazione della vita civile lungo il medioevo, che Annone avesse potuto raggiungere nella prima metà del XIII secolo una più solida struttura sarebbe testimoniato dal fatto che fu scelta per ben tre volte dal patriarca Bertoldo come sede di incontri nell'ambito della sua attività giurisdizionale.
Nel 1420 il feudo ecclesiastico patriarcale cessò di esistere e il territorio annonese passò alla Repubblica di Venezia, fino alla caduta della stessa (1797). Di questo periodo merita ricordare il lungo contenzioso da parte della comunità annonese, cresciuta di dimensioni, per rendersi religiosamente autonoma dalla chiesa di Lorenzaga, intanto che erigeva una chiesa (ricostruita nel XVIII secolo), una torre campanaria, un bell'altare rinascimentale. Intorno al 1622, finalmente la nuova parrocchia di San Vitale martire fu riconoscita. Durante il periodo veneziano, alle dipendenze della gastaldia di Meduna, l'economia si reggeva sull'agricoltura, con la concessione agli abitanti locali di strappare qualche terreno al bosco, ma, costituendo questo una risorsa strategica per la Serenissima, era al contempo vincolato a rigide norme e severamente controllato.
I cambiamenti politici successivi (Napoleone, Impero d'Austria, Regno d'Italia) non apportano significative trasformazioni economiche e sociali. Negli ultimi decenni del 1800 un gran numero di Annonesi, anche intere famiglie, emigrarono in Europa e nelle Americhe. Solo all'inizio del XX secolo, venne costruito il Municipio. Cominciarono a sparire i "casoni" (gli ultimi saranno demoliti negli anni Cinquanta). Dopo la prima guerra mondiale venne bonificata la zona di Loncon, con l'abbattimento dei boschi e la messa a coltura di un vasto territorio. Nei difficili anni successivi alla seconda guerra mondiale riprese il fenomeno migratorio, verso le destinazioni precedenti e verso l'Australia. La perdita di abitanti si arrestò negli anni Settanta, con lo sviluppo industriale del vicino Pordenonese e localmente con la nascita di numerose attività artigianali. Si sviluppò in maniera poderosa l'agricoltura specializzata, basata sulla coltura della vite, la produzione e la commercializzazione dei pregiati vini DOC Lison-Pramaggiore, e con la prospettiva di inserire il territorio in itinerari turistico-ambientali ed enogastronomici. | Testo ricavato da: comune.annoneveneto.ve.it | Fonte della foto: alpini-pordenone.it
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