[A cura di Giuliano Ros]
Poeta veneto nato da una “onesta” famiglia di mugnai di Tempio (Opitergino)2. Studiò Grammatica presso don Alessandro Janna, dotto parroco di Soligo (1816-46) che «ne indirizzò al bene la mente ed il cuore» e vi «inspirò l’anima sua alle bellezze della natura, a quella pittoresca vallata bagnata dal Piave, a quei poetici tramonti dietro le Alpi»3. Studiò successivamente Filosofia al Seminario Vescovile di Ceneda e Legge all’università di Padova.
Fervente patriota attivo durante la proclamazione della Repubblica di Venezia (1848) assieme all’amico Girolamo Costantini4, venne segnalato (1849) e successivamente imprigionato (1859) dal restaurato Governo Austriaco. Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, fu eletto Consigliere Provinciale a Treviso (1866-68), insignito della Croce di Cavaliere ed elogiato da Pompeo Gherardo Momenti (1852-1928), presidente della Deputazione Veneta di Storia Patria (1885-1928): «Favorito dalla natura, era dotato di altissimo ingegno, di mente elevata ed eletta, di cuore nobile, di carattere integerrimo e di animo nobile e generoso. Fornito di non comune erudizione, non ne faceva mai pompa e disprezzava la gloria e coloro che la cercavano. Per indole propria s’accontentava di compiere modesto la sua mortale carriera. Aveva modi rozzi ma affettuosi, franca e facile la parola, rideva con acre ironia su tutto e di tutti, ma col sorriso severo e amorevole dell’uomo onesto. Vero imitatore del Cristo, condusse una vita laboriosa, vivendo l’amicizia con abnegazione e sacrificio e sentendosi felice quando poteva consolare lo sventurato e aiutare il poverello»5. Nelle sue poesie «si scorge la candida ingenuità d’un fanciullo, l’ardore impetuoso d’un giovane, la sodezza dell’uomo, […] l’acrimonia dello scettico e la soave melanconia del credente»6.
Riferimenti bibliografici
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