Dino Costariol era nato a Oderzo. il 31 ottobre del 1925. Morirà, quarantaquattrenne, nel 1970 colpito da un cancro al rene. Ad un secolo dalla sua nascita, sulla scorta delle note biografiche preparate da Mario Costariol, suo figlio, ne proponiamo un ampio ricordo.

Dino Costariol nasce a Oderzo il 31 ottobre 1925 in Via Garibaldi, a pochi passi dalla stazione dei treni. In paese frequenterà le scuole fino alla maturità scientifica conseguita nel 1944 al Collegio Brandolini.
L'università in tempo di guerra, il tirocinio medico e la laurea
Nello stesso anno si iscrive alla facoltà di medicina di Padova, allora diretta dal professor Egidio Meneghetti[1] che fu suo insegnante di Farmacologia, esame che Dino ricorderà spesso negli anni futuri come il più ostico di tutto il suo percorso universitario.
La guerra era ancora in corso e il Veneto era sotto occupazione tedesca. Viene, quindi, contemporaneamente arruolato per il servizio militare, ma essendo studente universitario gli vengono affidati solo compiti d’ufficio in una caserma poco distante da Treviso, potendo così godere di numerosi permessi per motivi di studio.
Nel 1949, su consiglio del professor Cesare Ambrosetto[2] di San Polo di Piave che in quel periodo insegnava all’Università Statale di Milano, passa dall’università patavina a Milano per completare gli studi di medicina. Per potersi trasferire a Milano - causa le stringenti regole di quel periodo - dovrà prima portare la residenza ad Alessandria, presso la famiglia della fidanzata Monica Gallia, che nel 1953 diventerà sua moglie.
In quegli anni, prima ancora di laurearsi, esercita da tirocinante presso l’Ospedale Civile di Treviso nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, allora diretto dal prof. Candiani. Nel luglio 1951 si laurea in medicina e chirurgia a Milano. Dopo la laurea si iscrive al corso specialistico di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università di Torino, diretto dal professor Giuseppe Delle Piane[3], dove nel 1954 ottiene il diploma di specializzazione.
Durante gli studi si dedica con entusiasmo all’impegno sociale partecipando attivamente alle iniziative della F.U.C.I.[4] (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) durante gli anni difficili del primo dopoguerra, e trova tempo anche per le sue due passioni: la bicicletta e la montagna. A cui si aggiungerà in seguito quella per l’arte e in particolare la pittura. La bicicletta intesa come sport, come mezzo di trasporto per recarsi a Padova a frequentare le lezioni universitarie, e soprattutto come utile strumento per raggiungere le montagne bellunesi per le gite con gli amici, scalare sulle due ruote qualche passo dolomitico, dormire in un tabià[5] di fortuna e tornare a casa nel giro di 24 o al massimo 48 ore.
Una speranza del ciclismo finita sul nascere...
Per quanto riguarda lo sport, suo padre gli regala una bicicletta da corsa con la raccomandazione però di non usarla per partecipare a competizioni ciclistiche. Dino disobbedisce e si iscrive a una corsa in linea organizzata in un paese vicino, commettendo l’errore di arrivare secondo, cosa che gli costò la pubblicazione del suo nome sul Gazzettino che riportava l’ordine d’arrivo. Suo papà scoprì la disobbedienza leggendo il giornale e gli disse: «partecipa ancora una volta a una gara di ciclismo e ti vendo la bicicletta!». Fu in quel momento che la sua carriera da corridore si chiuse anzitempo.
L'attività ospedaliera e le condotte mediche
Subito dopo la laurea, Dino viene assunto presso l’Ospedale Civile di Sacile dove lavora nel reparto di Chirurgia diretto dal prof. Rebustello, con il compito di avviare un servizio di Ostetricia e Ginecologia.
Nel 1953 passa all’Ospedale Civile di Oderzo, nella Chirurgia diretta dal prof. Zarattini, e anche qui, oltre ad operare, avvia il primo servizio di Ostetricia e Ginecologia, che fino ad allora non esisteva in quanto tutti i bambini nascevano in casa, e così sarebbe stato ancora per un paio di decenni.
Nel 1954, su consiglio del primario Zarattini, viene assegnato alla condotta di Cimadolmo, che era rimasta senza medico. La cosa che Dino ricordava spesso della sua breve esperienza a Cimadolmo erano le visite notturne per urgenze e per i parti nelle grave del Piave allagate, oppure coperte di neve. Teneva gli stivali di gomma sempre pronti nella Topolino e, spesso, l’ultimo tratto per raggiungere la casa del malato o della partoriente doveva farlo con la barca che lo veniva a prendere per traghettare uno dei rami del fiume. A quei tempi i due lunghi ponti sul Piave non erano ancora stati costruiti.
Una fredda notte d’inverno, rientrando da un parto proprio nelle grave, dove aveva dovuto raggiungere a piedi la casa della partoriente, invece di lamentarsi della nottata trascorsa al lavoro e della camminata fuori programma, disse alla moglie che lo aspettava: «vedessi che bello il Piave con la neve e con la luna che lo illuminava!». Era il suo carattere: sempre solare, sorridente e positivo, anche nei momenti più complicati.
La condotta di Fontanelle
Nel 1955, a seguito della morte improvvisa del dottor Contri, va a concorso la Condotta di Fontanelle (da sempre il sogno di Dino, che fin da bimbo seguiva qui il padre che vi amministrava molti terreni agricoli di proprietà dei fratelli Berti) e vince il concorso pubblico per la posizione. Si trasferisce perciò da Cimadolmo a Fontanelle.
La prima abitazione gli viene fornita dal Comune: per i primi mesi erano solo due stanze (ambulatorio e cucina, perché il resto della casa era ancora abitata dalla famiglia del medico appena scomparso) nell’allora casa comunale in Via Roma – quella proprio di fronte all’attuale pasticceria Fabris – e una camera senza bagno e senza acqua, come la maggioranza delle case in quel tempo, a Lutrano presso la signora Zoia.
A Fontanelle fu subito apprezzato per l’impegno, la competenza e la grande disponibilità nei confronti di tutti i pazienti, soprattutto di quelli più bisognosi.

[a. m.] Dino Costariol è stato medico condotto a Fontanelle dal 1955 all'anno della sua morte.
Dopo la maturità scientifica conseguita nel 1943 presso il Collegio Brandolini Rota, nel luglio 1951 si laureò in medicina e chirurgia, frequentando prima l'Università di Padova e poi l'Università di Milano. Durante gli anni universitari prestò il servizio militare, fu socio fondatore della F.U.C.I. di Oderzo e si dedicò anche allo sport, in particolare il ciclismo.
Dall'Ospedale civile di Sacile, dove iniziò subito dopo la laurea la professione medica, passò nel 1953 nel reparto di chirurgia dell'Ospedale civile di Oderzo. Vinta nel 1954 la condotta medica del comune di Cimadolmo, quando l'anno successivo risultò vincitore anche di quella di Fontanelle, optò per quest'ultima.
In riconoscimento della sua convinta attività durante la campagna di vaccinazione antipoliomielitica col nuovo vaccino Sabin, Dino Costariol fu uno dei primi medici a ricevere la medaglia d'oro del ministero della sanità. Il comune di Fontanelle figurò con la più alta percentuale di vaccinati, fin dall'inizio.
Nella seconda metà degli anni Sessanta, oltre la dedizione alla professione, fu intenso il contributo del giovane medico in vari ambiti: religioso, sanitario, solidale ed artistico. Nel 1966 il vescovo Albino Luciani lo chiamò a far parte del Consiglio pastorale diocesano; nel 1967 fu artefice - con grande capacità di persuasione - della nascita della sezione dell'A.V.I.S. comunale; nel biennio 1967-68 operò al Centro Pio X di Oderzo per la raccolta e la consegna di medicinali a favore delle missioni cattoliche; nel 1967 a Conegliano e nel 1968 a Oderzo espose in due mostre collettive il frutto della sua passione artistica - mai trascurata - di pittore e soprattutto di incisore, sempre al corrente delle nuove tendenze dell'arte moderna che sapeva giudicare con competenza.
Improvvisamente, un'operazione subita nel 1967 lo costrinse a rinunciare a metà della condotta medica, rammaricato di dover interrompere il rapporto affettivo che lo legava ai suoi assistiti. Nel 1968 conobbe un'ultima soddisfazione morale e professionale, risultando primo in graduatoria ad un concorso per condotte mediche in provincia di Imperia. La malattia lo stroncherà prematuramente il 9 agosto 1970.
Al dr. Dino Costariol è dedicata una via nella frazione di Lutrano ed è intitolata la scuola secondaria di primo grado di Fontanelle.
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