Daniele Ceschin, Gli esuli di Caporetto: i profughi in Italia durante la Grande Guerra | Laterza, 2006
Donne, vecchi e bambini, provenienti prevalentemente da città come Udine, Treviso e Venezia: dopo la rotta di Caporetto dell’ottobre 1917, seicentomila civili furono costretti ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o minacciato da vicino dall’esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia collettiva che interessò la popolazione durante la Grande Guerra. Anche l’Italia conobbe così, come gli altri paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di fronte al nemico o subirne l’occupazione. Il libro, basato su fonti inedite, ricostruisce le dinamiche di questa fuga di massa parallela alla ritirata dell’esercito e le condizioni di vita, le immagini, le autorappresentazioni degli "esuli in patria"
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Elpidio Ellero, Le donne nella prima guerra mondiale in Friuli e in Veneto, Gaspari Editore, 2016
Dai Libri parrocchiali, dagli archivi comunali e dagli atti della Reale Commissione d'Inchiesta sulle violenze subite dalle donne emergono le storie di popolane, lavoratrici per l'esercito, crocerossine, prostitute e Schwestern (suore). Un libro prezioso per conoscere le donne in guerra. Dai postriboli "istituzionali" alle "veneri vaganti", dalle portatrici carniche e cadorine alle crocerossine, alla lotta dei parroci per salvaguardare le giovani, all'opera di don Costantini per le donne incinte "dei figli del nemico": un grande affresco delle donne del nord-est.Reperibilità: gasparieditore.it |
I libri di Camillo Pavan
Camillo Pavan, In fuga dai tedeschi. L’invasione del 1917 nel racconto dei testimoni. In appendice: Preti e vescovi dopo Caporetto, Pavan, Treviso, 2004
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Camillo Pavan, L’ultimo anno della prima guerra. Il 1918 nel racconto dei testimoni friulani e veneti, Pavan, s.l., 2004
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Camillo Pavan, Caporetto. Storia testimonianze itinerari
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Camillo Pavan, I prigionieri italiani dopo Caporetto, Con un elenco e una carta dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato, 2001 Il tragico destino dei vinti di Caporetto "sospinti come mandre" verso l'inferno degli Imperi Centrali. Dopo interminabili marce forzate ed estenuanti viaggi in treno per 300.000 prigionieri italiani si aprono le porte dei campi di concentramento austroungarici e tedeschi: i campi della morte. Seguendo il filo conduttore di numerosi racconti autobiografici Pavan ci conduce in presa diretta dentro uno degli eventi più dolorosi e meno conosciuti della storia del XX secolo.
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I libri di Eugenio Bucciol
Nel 1992 il Comune di San Polo di Piave (Treviso) ha istituito il Centro di documentazione storica sulla Grande Guerra (CEDOS) al fine di valorizzare il fondo fotografico sul primo conflitto mondiale donato dal dott. Eugenio Bucciol (1930-2015), frutto delle ricerche condotte a Vienna nell’Archivio di guerra della Biblioteca nazionale austriaca. Il fondo raccoglie circa 1500 riproduzioni fotografiche, per lo più inedite e di diversi formati, relative soprattutto al fronte italiano ed all’occupazione del Veneto Orientale e del Friuli da Caporetto a Vittorio Veneto. Da questa preziosa raccolta sono stati sinora ricavati cinque libri:
Gustavo Corni, Eugenio Bucciol, Angelo Schwarz, Inediti della Grande Guerra. Immagini dell’invasione austro-germanica in Friuli e nel Veneto orientale a cura di Bruno Callegher e Adriano Miolli. Edizioni B&M Facchini, Trieste 1990Ristampa con Prefazioni di Elrich Hillbrand, Mario Isnenghi, Richard Georg Plaschka, Ediciclo, Portogruaro, 2008 | nuova-dimensione.it Le sezioni del libro descrivono con rare foto originali la società veneto-friulana durante l'occupazione militare austro-germanica nel 1917-18, i paesi del Friuli, delle retrovie e quelli sulla linea del fuoco, i legionari cecoslovacchi sul fronte italiano, le esecuzioni capitali. «In queste fotografie ho visto l’altra faccia del fronte, quella che per noi era rimasta sconosciuta e di cui sempre si è poco o niente parlato. Salvo nei filò nelle stalle, sottovoce, nel tempo d’inverno tra Piave e Isonzo finché sono rimasti in vita coloro che la vissero» (Mario Rigoni Stern, La Stampa). «Ha molti meriti questo volume. Anzitutto, grazie al ricco apparato fotografico inedito in Italia, fa scoprire a se stessi un Veneto e un Friuli quasi sconosciuti. C'è poi il corposo saggio dì Gustavo Corni, uno studioso che ha avuto il merito di aprire una nuova stagione di ricerche sulle terre di oltre Piave nell'anno fra Caporetto e Vittorio Veneto. Angelo Schwarz offre i criteri di lettura dello storico della fotografia e le risultanze di un'analisi quantitativa e tipologica. Eugenio Bucciol si misura anche, con commozione, con il tema dei soldati boemi irredentisti e nazionalisti impiccati o fucilati dai loro commilitoni austro-ungarici come disertori» (Mario Isnenghi, Dalla Prefazione)
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![]() Dal volume Inediti della Grande Guerra. Immagini dell’invasione austro-germanica in Friuli e nel Veneto orientale sono stati ricavati nel 2015 dall'editrice Nuova Dimensione due volumi contenenti il saggio di Gustavo Corni e una scelta della documentazione fotografica:Gustavo Corni, La grande guerra in Veneto e in Friuli. Documenti e immagini dell'occupazione militare austro-germanica nel Nordest, Vol.1 e Vol. 2 «Dall'inizio di novembre 1917 al novembre del 1919 la popolazione civile nel Friuli e Venero orientale, fino al Piave, venne sottoposta a una dura occupazione militare da parte delle truppe austro-ungariche e germaniche. Un'occupazione intrisa di violenza e di spietato sfruttamento di tutte le risorse disponibili sul territorio: ma anche intessuta di reciproca comprensione e di aiuto fra un esercito logoro e sull'orlo del crollo e una popolazione inerme, formata quasi esclusivamente da donne, bambini e anziani, perlopiù contadini. In questi due volumi la restituzione storica di questi eventi, fondata su fonti di prima mano provenienti sia dalla parte degli occupanti sia da quella della popolazione civile invasa, e scanditta da un'eccezionale documentazione fotografica d'archivio» Reperibilità: ... |
Gli altri libri di Eugenio Bucciol
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Le pubblicazioni dell'ISTRIT
L'ISTRIT (Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano) di Treviso ha curato lungo i decenni molti studi e ricerche sulla Grande Guerra, non solo sulle vicende militari e le questioni centrali della grande storia, ma anche su memorie, immagini, eventi, fatti, luoghi e e personaggi spesso ignorati o lasciati ai margini.
Il sito dell'Istituto (istrit.it) totalmente rinnovato alla fine del 2019, dopo alcuni mesi di off line, non ha ancora aggiornato la sezione in cui descriveva le proprie pubblicazioni rendendo al contempo disponibili le versioni in pdf dei volumi esauriti.
Qui segnaliamo due raccolte di saggi, Storie dalla Grande Guerra, che insistono su argomenti che coinvolsero i nostri territori, e un volume che contiene il Diario 1915-1919 del soldato Antonio Silvestrini di Basalghelle (Mansuè, Treviso) e il racconto del parroco Don Felice Biasi sull'invasione austroungarica (i testi sono stati scaricati dal vecchio sito non più in linea).
Una serie di materiali dell'ISTRIT, già postati, si possono tuttavia leggere on line su yumpu.com
Storie dalla Grande Guerra Soldati, spie, prigionieri, profughi, gente comune. Luoghi, fatti, immagini e memorie dell'immane conflitto, Vol 1A cura di Stefano Gambarotto, ISTRIT - Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso, 2009 | Leggi pdf Il volume 1 comprende: Andrea Castagnotto, Informatori e servizi d’informazione nei territori oltre il Piave 9 novembre 1917 - 2 novembre 1918 Antonio Perissinotto, Prigioniero di guerra. Il diario di un fante tra Gorizia e Mauthausen: 1916-17 Antonio Chiades, La follia nella Grande Guerra: significativi documenti trevigiani Daniele Ceschin, Le lettere dei profughi di Caporetto: scrittura di guerra e autorappresentazione di un «esilio» in Italia (1917-1918) Antonio Chiades, Suor Bertilla Boscardin durante la Grande Guerra Stefano Gambarotto, Treviso 1915-1917. Fra civili e militari in una provincia lacerata dalla guerra Antonio Chiades, "La Voce del Piave": un giornale di trincea nel 1918 |
Storie dalla Grande Guerra. Soldati, spie, prigionieri, profughi, gente comune. Luoghi, fatti, immagini e memorie dell'immane conflitto. Vol. 2A cura di Stefano Gambarotto, ISTRIT - Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso, 2009 | Leggi pdf Il volume 2 contiene: Benito Buosi, Dietro le linee del Grappa e del MontelloAndrea Castagnotto, 1917-1918: Il campo trincerato di Treviso e le fortificazioni nella pianura veneta Luigi Urettini, "Giorni di Guerra" di Comisso nelle Lettere ai genitori Ivo Dalla Costa, Le proprietà dei sudditi nemici in provincia di Treviso 1915-1927 Stefano Gambarotto, Roberto Dal Bo, L’ultimo bastione. La ricostruzione degli argini del Piave al termine della prima guerra mondiale Antonio Chiades, Un artista di Ca' Pesaro e la Grande Guerra (Ercole Marchioni) |
Io sognavo la mia casa lontana... La Grande Guerra del soldato Antonio Silvestrini sui fronti del Friuli e del Veneto 1915-1919di Stefano Gambarotto e Enzo Raffaelli. Con il diario di guerra di Antonio Silvestrini, ISTRIT, 2008 | Leggi pdf Antonio Silvestrini (Basalghelle 1888 - 1979) è il primogenito di undici tra fratellli e sorelle. Appartiene ad una famiglia della borghesia rurale veneta. La sua vita è legata ai ritmi antichi delle stagioni. Un giorno però, un avvenimento epocale la sconvolge. È esplosa la grande guerra europea. Nei mesi della neutralità Antonio continua a descrivere, con tratto impressionista, i colori e le giornate della sua amata campagna. Un velo di tristezza per ciò che si profila ineluttabile all'orizzonte ne immaliconisce a tratti il narrare. Infine il momento arriva. Tutti i Silvestrini "in età da militare" prendono la via del fronte. Anche Antonio dovrà farlo, ma il suo cuore continuerà sempre a sognare la pace e la grande casa nel verde di Basalghelle. Nel volume, oltre al diario di Antonio Silvestrini, è contenuto il racconto dell'invasione austriaca di Don Felice Biasi, parroco di Basalghelle. ← Indice |
Alfonso Beninatto, Andrea Merlo, Molino della Sega, 16-17 novembre 1917. La prima vittoria sul Piave dopo Caporetto | Comune di Breda 2015
Alfonso Beninatto e Andrea Merlo, La prima vittoria sul Piave dopo Caporetto: Molino della Sega, 16-17 novembre 1917, Comune di Breda / Piazza Editore, 2015 | piazzaeditore.itTra il 16 e il 17 novembre 1917, nell’area compresa tra il Molino della Sega, San Bartolomeo e Fagarè, l’esercito austro-ungarico tentava di sfondare le linee italiane per attestarsi sulla riva destra del Piave, ma trovava una strenua ed inattesa resistenza. Furono due giorni di sanguinosa battaglia che costò la vita a centinaia di soldati dell’una e dell’altra parte, ma la posizione venne mantenuta e quel varco non si aprì. A distanza di novant’anni da quegli eventi, si ripropone un interessante ed inedito approfondimento di quegli eventi, rimasti un po’ in ombra, rispetto alla battaglia del Solstizio, ma altrettanto significativi ai fini dell’esito finale della Grande Guerra. |
Quest’opera è un’edizione riveduta ed ampliata rispetto alla prima pubblicazione della Biblioteca di Breda di Piave, oramai esaurita, ed edita nel 2007 all’interno della collana “Quaderni di storia e e Cultura Bredese". L'edizione 2007 si può leggere in formato pdf:
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Matteo Polo, Di qui non passeranno. Giugno 1918: la battaglia di Fossalta | Edizioni del Vento 2008
Matteo Polo, Di qui non passeranno. Giugno 1918: la battaglia di Fossalta, Edizioni del Vento, Jesolo Lido, 20081917/18, ultimo anno di guerra: dopo la disfatta di Caporetto l’esercito è costretto a ritirarsi lungo la linea del Piave. Lì c’è Fossalta, nuovo paradigma della guerra che si combatte sulle rive del fiume veneto. I suoi abitanti saranno sfollati e il paese in pochi giorni diventa centro dei combattimenti, essendo luogo di passaggio per Venezia. Dopo la guerra la sua ricostruzione si interseca con il mito del Piave come “fiume sacro”, venendone sfruttata in questo senso dal fascismo. Fossalta di Piave quindi come modello della risurrezione di un esercito, della sofferenza di una popolazione e, infine, di un uso spregiudicato della memoria.
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VENETICA | Rivista degli Istituti per la storia della Resistenza di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza
Veneto “retrovia” 1915-18, a cura di Lucio De Bortoli e Matteo Ermacora, «Venetica», a. XXXI, n. 53 (2/2017), Cierre edizioni, 2017«Questo numero monografico di «Venetica» dedicato al primo conflitto mondiale analizza il tema delle “retrovie”. Al vaglio delle più recenti tendenze della storiografia internazionale, questo tema appare quanto mai rilevante se si prende in considerazione il territorio veneto, teatro di una guerra di massa, moderna, totale e devastante. Sin dal 1914-15, con le negative conseguenze del rientro degli emigranti e la mobilitazione dell’esercito italiano, le province venete divennero lo spazio di un conflitto non ancora dichiarato, in seguito, con l’avvio delle ostilità, si verificò una generale ridefinizione del territorio e delle sue funzioni: a ridosso del confine si affermarono il “fronte” e la “zona di operazioni”, mentre le zone retrostanti divennero “retrovie”, a loro volta inserite nella più ampia “zona di guerra”. Nel contempo, dal punto di vista simbolico e logistico, il Veneto rappresentò una sorta di regione “fronte” e “retrovia” rispetto al resto della penisola, aspetto che determinò una mobilitazione totalizzante delle risorse umane e materiali locali, trasformandola in una vera e propria «regione in armi».
I saggi di questo numero della rivista cercano di delineare come il conflitto abbia inciso sulle zone prossime al fronte – le “retrovie” – e più ampiamente sul territorio regionale. Le retrovie, sebbene considerate dalla memorialistica militare in contrapposizione alle trincee, si configurano come uno spazio in mutamento, una sorta di “laboratorio” caratterizzato da una intensa militarizzazione, dalla mobilitazione delle risorse, dalla presenza della violenza bellica, dalla convivenza tra popolazione civile e militare, da un accentuato controllo repressivo.
Questi fattori – agendo con diverse intensità ma in maniera univoca e accelerata – impressero una sensibile trasformazione non solo degli spazi fisici, ma anche delle economie e dei panorami sociali. Attraverso un procedimento di call for papers si è cercato di superare le ricostruzioni storiche municipali e di analizzare aree più ampie, puntando sulle modalità e i tempi con cui comunità, soggetti, gruppi sociali, istituzioni reagirono alle nuove necessità indotte dal conflitto. Lungi dall’essere esaustivi, i saggi – attraverso diverse angolature – esemplificano come, inserita nelle retrovie, la popolazione abbia dovuto interagire con nuove società, geografie, spazi, norme ed economie continuamente distrutte, ricreate e rimodellate dalla guerra.
Questi fattori – agendo con diverse intensità ma in maniera univoca e accelerata – impressero una sensibile trasformazione non solo degli spazi fisici, ma anche delle economie e dei panorami sociali. Attraverso un procedimento di call for papers si è cercato di superare le ricostruzioni storiche municipali e di analizzare aree più ampie, puntando sulle modalità e i tempi con cui comunità, soggetti, gruppi sociali, istituzioni reagirono alle nuove necessità indotte dal conflitto. Lungi dall’essere esaustivi, i saggi – attraverso diverse angolature – esemplificano come, inserita nelle retrovie, la popolazione abbia dovuto interagire con nuove società, geografie, spazi, norme ed economie continuamente distrutte, ricreate e rimodellate dalla guerra.
- edizioni.cierrenet.it | Leggi pdf
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Donne, vecchi e bambini, provenienti prevalentemente da città come Udine, Treviso e Venezia: dopo la rotta di Caporetto dell’ottobre 1917, seicentomila civili furono costretti ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o minacciato da vicino dall’esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia collettiva che interessò la popolazione durante la Grande Guerra. Anche l’Italia conobbe così, come gli altri paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di fronte al nemico o subirne l’occupazione. Il libro, basato su fonti inedite, ricostruisce le dinamiche di questa fuga di massa parallela alla ritirata dell’esercito e le condizioni di vita, le immagini, le autorappresentazioni degli "esuli in patria"
Dai Libri parrocchiali, dagli archivi comunali e dagli atti della Reale Commissione d'Inchiesta sulle violenze subite dalle donne emergono le storie di popolane, lavoratrici per l'esercito, crocerossine, prostitute e Schwestern (suore). Un libro prezioso per conoscere le donne in guerra. Dai postriboli "istituzionali" alle "veneri vaganti", dalle portatrici carniche e cadorine alle crocerossine, alla lotta dei parroci per salvaguardare le giovani, all'opera di don Costantini per le donne incinte "dei figli del nemico": un grande affresco delle donne del nord-est.
Camillo Pavan, In fuga dai tedeschi. L’invasione del 1917 nel racconto dei testimoni. In appendice: Preti e vescovi dopo Caporetto, Pavan, Treviso, 2004
Camillo Pavan, L’ultimo anno della prima guerra. Il 1918 nel racconto dei testimoni friulani e veneti, Pavan, s.l., 2004
Camillo Pavan, Caporetto. Storia testimonianze itinerari
Camillo Pavan, I prigionieri italiani dopo Caporetto, Con un elenco e una carta dei campi di prigionia a cura di Alberto Burato, 2001 Il tragico destino dei vinti di Caporetto "sospinti come mandre" verso l'inferno degli Imperi Centrali. Dopo interminabili marce forzate ed estenuanti viaggi in treno per 300.000 prigionieri italiani si aprono le porte dei campi di concentramento austroungarici e tedeschi: i campi della morte. Seguendo il filo conduttore di numerosi racconti autobiografici Pavan ci conduce in presa diretta dentro uno degli eventi più dolorosi e meno conosciuti della storia del XX secolo.
Gustavo Corni, Eugenio Bucciol, Angelo Schwarz, Inediti della Grande Guerra. Immagini dell’invasione austro-germanica in Friuli e nel Veneto orientale a cura di Bruno Callegher e Adriano Miolli. Edizioni B&M Facchini, Trieste 1990
Dal volume Inediti della Grande Guerra. Immagini dell’invasione austro-germanica in Friuli e nel Veneto orientale sono stati ricavati nel 2015 dall'editrice Nuova Dimensione due volumi contenenti il saggio di Gustavo Corni e una scelta della documentazione fotografica:
Gli altri libri di Eugenio Bucciol




Matteo Polo, Di qui non passeranno. Giugno 1918: la battaglia di Fossalta, Edizioni del Vento, Jesolo Lido, 2008