Daniele Ceschin, Gli esuli di Caporetto: i profughi in Italia durante la Grande Guerra | Laterza, 2006
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Elpidio Ellero, Le donne nella prima guerra mondiale in Friuli e in Veneto, Gaspari Editore, 2016
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I libri di Camillo Pavan
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I libri di Eugenio Bucciol
![]() Ristampa con Prefazioni di Elrich Hillbrand, Mario Isnenghi, Richard Georg Plaschka, Ediciclo, Portogruaro, 2008 | nuova-dimensione.it Le sezioni del libro descrivono con rare foto originali la società veneto-friulana durante l'occupazione militare austro-germanica nel 1917-18, i paesi del Friuli, delle retrovie e quelli sulla linea del fuoco, i legionari cecoslovacchi sul fronte italiano, le esecuzioni capitali. «In queste fotografie ho visto l’altra faccia del fronte, quella che per noi era rimasta sconosciuta e di cui sempre si è poco o niente parlato. Salvo nei filò nelle stalle, sottovoce, nel tempo d’inverno tra Piave e Isonzo finché sono rimasti in vita coloro che la vissero» (Mario Rigoni Stern, La Stampa). «Ha molti meriti questo volume. Anzitutto, grazie al ricco apparato fotografico inedito in Italia, fa scoprire a se stessi un Veneto e un Friuli quasi sconosciuti. C'è poi il corposo saggio dì Gustavo Corni, uno studioso che ha avuto il merito di aprire una nuova stagione di ricerche sulle terre di oltre Piave nell'anno fra Caporetto e Vittorio Veneto. Angelo Schwarz offre i criteri di lettura dello storico della fotografia e le risultanze di un'analisi quantitativa e tipologica. Eugenio Bucciol si misura anche, con commozione, con il tema dei soldati boemi irredentisti e nazionalisti impiccati o fucilati dai loro commilitoni austro-ungarici come disertori» (Mario Isnenghi, Dalla Prefazione)
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![]() ![]() Gustavo Corni, La grande guerra in Veneto e in Friuli. Documenti e immagini dell'occupazione militare austro-germanica nel Nordest, Vol.1 e Vol. 2 «Dall'inizio di novembre 1917 al novembre del 1919 la popolazione civile nel Friuli e Venero orientale, fino al Piave, venne sottoposta a una dura occupazione militare da parte delle truppe austro-ungariche e germaniche. Un'occupazione intrisa di violenza e di spietato sfruttamento di tutte le risorse disponibili sul territorio: ma anche intessuta di reciproca comprensione e di aiuto fra un esercito logoro e sull'orlo del crollo e una popolazione inerme, formata quasi esclusivamente da donne, bambini e anziani, perlopiù contadini. In questi due volumi la restituzione storica di questi eventi, fondata su fonti di prima mano provenienti sia dalla parte degli occupanti sia da quella della popolazione civile invasa, e scanditta da un'eccezionale documentazione fotografica d'archivio» Reperibilità: ... |
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Le pubblicazioni dell'ISTRIT
![]() A cura di Stefano Gambarotto, ISTRIT - Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso, 2009 | Leggi pdf Il volume 1 comprende: Andrea Castagnotto, Informatori e servizi d’informazione nei territori oltre il Piave 9 novembre 1917 - 2 novembre 1918 Antonio Perissinotto, Prigioniero di guerra. Il diario di un fante tra Gorizia e Mauthausen: 1916-17 Antonio Chiades, La follia nella Grande Guerra: significativi documenti trevigiani Daniele Ceschin, Le lettere dei profughi di Caporetto: scrittura di guerra e autorappresentazione di un «esilio» in Italia (1917-1918) Antonio Chiades, Suor Bertilla Boscardin durante la Grande Guerra Stefano Gambarotto, Treviso 1915-1917. Fra civili e militari in una provincia lacerata dalla guerra Antonio Chiades, "La Voce del Piave": un giornale di trincea nel 1918 |
![]() A cura di Stefano Gambarotto, ISTRIT - Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso, 2009 | Leggi pdf Il volume 2 contiene: Benito Buosi, Dietro le linee del Grappa e del MontelloAndrea Castagnotto, 1917-1918: Il campo trincerato di Treviso e le fortificazioni nella pianura veneta Luigi Urettini, "Giorni di Guerra" di Comisso nelle Lettere ai genitori Ivo Dalla Costa, Le proprietà dei sudditi nemici in provincia di Treviso 1915-1927 Stefano Gambarotto, Roberto Dal Bo, L’ultimo bastione. La ricostruzione degli argini del Piave al termine della prima guerra mondiale Antonio Chiades, Un artista di Ca' Pesaro e la Grande Guerra (Ercole Marchioni) |
![]() di Stefano Gambarotto e Enzo Raffaelli. Con il diario di guerra di Antonio Silvestrini, ISTRIT, 2008 | Leggi pdf Antonio Silvestrini (Basalghelle 1888 - 1979) è il primogenito di undici tra fratellli e sorelle. Appartiene ad una famiglia della borghesia rurale veneta. La sua vita è legata ai ritmi antichi delle stagioni. Un giorno però, un avvenimento epocale la sconvolge. È esplosa la grande guerra europea. Nei mesi della neutralità Antonio continua a descrivere, con tratto impressionista, i colori e le giornate della sua amata campagna. Un velo di tristezza per ciò che si profila ineluttabile all'orizzonte ne immaliconisce a tratti il narrare. Infine il momento arriva. Tutti i Silvestrini "in età da militare" prendono la via del fronte. Anche Antonio dovrà farlo, ma il suo cuore continuerà sempre a sognare la pace e la grande casa nel verde di Basalghelle. Nel volume, oltre al diario di Antonio Silvestrini, è contenuto il racconto dell'invasione austriaca di Don Felice Biasi, parroco di Basalghelle. ← Indice |
Alfonso Beninatto, Andrea Merlo, Molino della Sega, 16-17 novembre 1917. La prima vittoria sul Piave dopo Caporetto | Comune di Breda 2015
Quest’opera esce in un’edizione riveduta ed ampliata rispetto alla prima pubblicazione della biblioteca di Breda di Piave, oramai esaurita, ed edita all’interno della collana “Quaderni di storia e cultura bredese”. L'edizione 2007 si può leggere in formato pdf dal sito del Comune di Breda:
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Matteo Polo, Di qui non passeranno. Giugno 1918: la battaglia di Fossalta | Edizioni del Vento 2008
![]() 1917/18, ultimo anno di guerra: dopo la disfatta di Caporetto l’esercito è costretto a ritirarsi lungo la linea del Piave. Lì c’è Fossalta, nuovo paradigma della guerra che si combatte sulle rive del fiume veneto. I suoi abitanti saranno sfollati e il paese in pochi giorni diventa centro dei combattimenti, essendo luogo di passaggio per Venezia. Dopo la guerra la sua ricostruzione si interseca con il mito del Piave come “fiume sacro”, venendone sfruttata in questo senso dal fascismo. Fossalta di Piave quindi come modello della risurrezione di un esercito, della sofferenza di una popolazione e, infine, di un uso spregiudicato della memoria.
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