La danza macabra europea di Alberto Martini. Gli orrori della guerra in 54 cartoline
La danza macabra europea, realizzata da Alberto Martini tra il 1914 e il 1916, è un'opera formata da 5 serie di cartoline propagandistiche antigermaniche, numerate dall’1 al 54, con didascalie sia in italiano che in francese, edite dall’editore Longo di Treviso. Le cartoline veicolavano il punto di vista irredentista, di cui Martini era un acceso fautore, e furono distribuite ai soldati alleati in oltre cinque milioni di copie per incitarli a combattere il nemico, rappresentato come un mostro sanguinario artefice di orrendi crimini.
Le serie complete, oggi quasi introvabili nel mondo dell’antiquariato (gli stampi originali sono andati distrutti), sono state acquistate dalla Biblioteca di storia moderna e contemporanea in anni recenti, nella sempre maggiore consapevolezza dell’importanza assunta dalle fonti iconografiche nella ricerca storica. Nella loro straordinaria singolarità fanno parte del ricchissimo patrimonio bibliografico e documentario sulla grande guerra e sono state digitalizzate nell’ambito del progetto Digima, che comprende documenti iconografici conservati nelle raccolte della Biblioteca e dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.Il titolo “Danza Macabra Europea”, assegnato alle “allucinanti litografie colorate” ricorda il tema medievale del memento mori, diffuso in tutta Europa fin dal basso medioevo, nel quale è rappresentata una danza fra uomini e scheletri che aveva il compito di ricordare all’umanità l’inevitabilità della morte, trasmesso nelle predicazioni e nelle rappresentazioni artistiche dopo le terribili epidemie di peste che in Europa fecero milioni di morti; ma la serie di Martini «ci immerge in un universo di miasmi in cui la distruzione si coniuga con la riesumazione e i morti interagiscono con gli zombi». Scopo dell’iniziativa di Alberto Martini, quasi un unicum in tutto il suo percorso artistico, era denunciare e riuscire a divulgare tra le forze alleate e tra i soldati al fronte, con un mezzo facile come la cartolina postale illustrata a colori, gli orrori commessi durante la guerra dall’Impero austro-ungarico, soprattutto nei confronti del neutrale Belgio, spesso simboleggiato da un bimbo dalle mani mozzate. Le cartoline, dal tratto accurato e dal contenuto fortemente dissacratorio, cariche di simboli e riferimenti a fatti e personaggi, con accese tonalità, sono a sfondo decisamente macabro e colpiscono l’attenzione per la feroce e graffiante grafica del disegno. Con in calce didascalie in italiano e francese, queste poco rassicuranti cartoline, stampate in 450.000 esemplari, ebbero grande fortuna editoriale e furono spedite tra il 1914 e il 1916 un po’ dovunque in Europa, ma soprattutto inviate al fronte, sensibilizzando l’opinione pubblica italiana ed internazionale sulle atrocità della guerra che, con il massacro di soldati e civili, costituiva una vera danza macabra europea. |
La danza macabra della Grande Guerra
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La danza macabra della Grande Guerra. A cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale le opere satiriche dei grandi artisti del tempo raccolte nella Collezione Isolabella | Museo della satira e della caricatura, Forte dei Marmi, 2014 | Mostra e catalogo a cura di Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti, Linda Gorgoni Gufoni | Sfoglia il catalogo online | Leggi il catalogo su Issuu | Alberto Martini da pag. 43 a pag.51 museosatira.com/cataloghi/danzamacabra Gli autori: Eugène Ogé, Walter Trier, L. Gonelle, Giuseppe Scalarini, Francesco Cangiullo, Alberto Martini, Karl Goetz, Virgilio Retrosi, Aroldo Bonzagni, Ezio Castellucci, Gabriele Galantara, Carlo Bisi, Alberto Bianchi, Filiberto Scarpelli, Antonio Rubino, Mario Sironi, Gio Ponti, Lorenzo Viani, Cesare Musacchio, Stefano Longo, Giuseppe Cappadonia, Giorgio Muggiani, Domenico Natoli, Decio, Ferradini, Bepi Fabiano, Piccoli, Lucio Venna | In catalogo interventi di: Lodovico Isolabella, Elena Pontiggia, Andrea Tomasetig, Enrico Mannucci.
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Le serie complete, oggi quasi introvabili nel mondo dell’antiquariato (gli stampi originali sono andati distrutti), sono state acquistate dalla Biblioteca di storia moderna e contemporanea in anni recenti, nella sempre maggiore consapevolezza dell’importanza assunta dalle fonti iconografiche nella ricerca storica. Nella loro straordinaria singolarità fanno parte del ricchissimo patrimonio bibliografico e documentario sulla grande guerra e sono state digitalizzate nell’ambito del progetto Digima, che comprende documenti iconografici conservati nelle raccolte della Biblioteca e dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
Gli autori: Eugène Ogé, Walter Trier, L. Gonelle, Giuseppe Scalarini, Francesco Cangiullo, Alberto Martini, Karl Goetz, Virgilio Retrosi, Aroldo Bonzagni, Ezio Castellucci, Gabriele Galantara, Carlo Bisi, Alberto Bianchi, Filiberto Scarpelli, Antonio Rubino, Mario Sironi, Gio Ponti, Lorenzo Viani, Cesare Musacchio, Stefano Longo, Giuseppe Cappadonia, Giorgio Muggiani, Domenico Natoli, Decio, Ferradini, Bepi Fabiano, Piccoli, Lucio Venna | In catalogo interventi di: Lodovico Isolabella, Elena Pontiggia, Andrea Tomasetig, Enrico Mannucci.