Il 17 marzo 1861 nacque un nuovo paese in Europa: l'Italia
fine XIX secolo, Olio su tela, cm. 214x118, Museo del Risorgimento, Milano
Fonte: artsupp.com/it/PalazzoMoriggia
Come si arrivò formalmente alla proposta, approvazione e infine promulgazione della legge che sanciva la proclamazione di Vittorio Emanuele II a Re d’Italia? Eccone il sintetico iter.
- 27 gennaio 1861 – Primo turno delle elezioni dei deputati del primo Parlamento Nazionale Italiano. Sulla base della legge sarda n.680 del 17 marzo 1848 hanno diritto di voto i cittadini maschi alfabetizzati che godano dei diritti civili e politici, che abbiano compiuto 25 anni e che paghino un annuo censo di imposte predeterminato, più alcune altre categorie quali laureati, notai esercenti, ufficiali in pensione, per un totale di 418.696 elettori, ossia l’1,9 % della popolazione di 22.182.337 abitanti. Di questi votano il 57%, eleggendo i 443 deputati. Sono eletti, fra gli altri, Mazzini, Garibaldi e Verdi.
- 18 febbraio 1861 – Vittorio Emanuele II di Savoia convoca la prima seduta del neonato Parlamento Italiano, con il discorso della Corona a Camere riunite, in palazzo Carignano a Torino.
- 21 febbraio 1861 – Camillo Benso Conte di Cavour, presidente del Consiglio dei Ministri, presenta in Senato il Progetto di legge per cui S.M. il re Vittorio Emanuele II assume per sè e i suoi successori il titolo di Re d'Italia.
- 26 febbraio 1861 – Il progetto di legge inizia il suo iter burocratico, nella stessa seduta è approvato con 129 voti favorevoli e 2 contrari.
- 14 marzo 1861 – Il progetto di legge approvato dal Senato viene discusso alla Camera, nella stessa seduta è approvato all’unanimità. Il 14 marzo è il compleanno di Vittorio Emanuele II.
- 17 marzo 1861 – Viene promulgata la legge n. 4671:
Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, Duca di Savoia e di Genova, ecc. ecc., Principe di Piemonte, ecc. ecc.
Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato;
Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:
Articolo unico.
Il Re Vittorio Emanuele II assume per sè e suoi successori il titolo di Re d’Italia.
Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella Raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Dat. Torino addì 17 marzo 1861.
Vittorio Emanuele
Il 17 marzo 1861 era domenica. La proclamazione viene festeggiata a mezzogiorno nelle principali città italiane con 101 colpi di cannone.
- 18 marzo 1861 – La Legge n. 4671 viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68.
- 30 marzo 1861 – Svizzera e Gran Bretagna riconoscono il Regno d’Italia.
- 13 aprile 1861 – Gli Stati Uniti d’America riconoscono il Regno d’Italia.
Per approfondire
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Simonetta Fiori, Emilio Gentile: «Senza memoria, l'unità nazionale è in pericolo», «repubblica.it», 17/3/2021
Il 17 marzo è il compleanno dell'Italia, ma molti lo ignorano. Lo storico spiega perché dimenticare il Risorgimento è un errore, ancora più grande nel momento in cui alle vecchie diseguaglianze si sommano le fratture prodotte dal Covid.
Fonte: rep.repubblica.it/.../robinson/emilio-gentile-compleanno-d-italia-risorgimento
«È stata la festa di una sola occasione, dieci anni fa. Peraltro una festa contestata da una parte delle forze politiche al governo. E non è mai entrata nel nostro calendario civile». Emilio Gentile è lo storico italiano che da più tempo studia la questione nazionale. Se ne occupava anche quando i temi della patria e della nazione «non erano ritenuti degni di considerazione storiografica», e farne oggetto di indagine «poteva suscitare il sospetto di nostalgie destrorse». I suoi libri sul fascismo e sulla religione della politica, tradotti in tutto il mondo, ci aiutano a comprendere le incompiutezze della vicenda nazionale. Ed è sua la formula «italiani senza padri» con cui Laterza titolò una lunga riflessione sul nostro pessimo rapporto con gli antenati patrioti. «Il nostro è un Risorgimento senza eredi, nel senso che nel paese è difficile rintracciare idee, comportamenti e mentalità riconducibili al movimento nazionale da cui trasse origine l’Italia unita», sosteneva lo studioso dieci anni fa...→ LEGGI TUTTO →
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Corrado Augias, A che punto è l’Unità d’Italia, «repubblica.it», 11/3/2021
La seconda strofa dell'Inno nazionale, quella che pochi conoscono e nessuno canta, dice così: «Noi fummo da secoli calpesti, derisi / Perché non siam popolo, Perché siam divisi».
Fonte: rep.repubblica.it/.../a-che-punto-e-l-unita-d-italia
Amara constatazione dopo la quale viene un auspicio: «Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme». Quando il ventenne poeta genovese Goffredo Mameli scrisse quei versetti, la "fusione" era ancora lontana. Quel giovane di gran cuore era corso a Roma a difendere l'effimera e gloriosa repubblica romana del 1849 e lì cadde, a 21 anni, colpito dal piombo dei francesi scesi a sorreggere il vacillante trono di papa Pio IX.
Poche righe e già trapela il groviglio di soggetti, interessi, conflitti, nonostante i quali la nostra faticosa unità riuscì finalmente ad essere proclamata e sancita dalla legge n. 4671 del 17 marzo 1861...→ LEGGI TUTTO →
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Abel de' Medici, Il Risorgimento: il tortuoso processo verso l’Unità d'Italia, «Storica / National Geographic», 25/1/2021
Il 17 marzo 1861 nacque un nuovo paese in Europa: l'Italia. La penisola italiana, divisa dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente quasi 14 secoli fa, fu riunificata sotto la monarchia sabauda. Il processo dell'Unità d'Italia, noto come Risorgimento, fu il risultato di diverse guerre, scommesse rischiose, complotti politici complessi, tradimenti e qualche colpo di fortuna.
Fonte: storicang.it/.../il-risorgimento-il-tortuoso-processo-verso-lunita-ditalia
All'inizio del XIX secolo un uomo aveva cercato di unire l'Europa sotto il suo governo. Ma Napoleone Bonaparte, nonostante i suoi successi, alla fine ottenne il contrario: risvegliare in molti luoghi il desiderio di indipendenza. Il risentimento contro l'occupazione francese e il successivo ritorno all'impero austriaco si fecero strada tra alcuni intellettuali del nord italico, principalmente lombardi e piemontesi. Ispirati anche dal movimento romantico e dalla lontana memoria dell'Impero Romano, sognavano di concretizzare quelle aspirazioni in una nuova Italia unita, erede dei fasti del passato...→ LEGGI TUTTO →
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17 marzo 1861: nasce il Regno d'Italia, «focus.it» | focus.it/cultura/storia
L'Unità d'Italia era fatta, ma per gli italiani del Risorgimento la conquista di un'identità nazionale fu un processo lento: come e quando siamo diventati "fratelli d'Italia"?
Il 17 marzo 1861 veniva proclamato il Regno d'Italia, ma gli italiani del Risorgimento non avevano ancora conquistato un'identità nazionale. L'idea di nazione (un popolo, un territorio e una lingua) non era un dato di fatto preesistente, ma fu il risultato di un processo lento: su 23 milioni di abitanti del 1861, meno di due milioni parlavano italiano. Un siciliano e un piemontese non si capivano e il 78% degli abitanti della Penisola non sapeva né leggere né scrivere.
Quel 17 marzo erano diventati quasi tutti - tranne veneti, romani, trentini e triestini - sudditi di un regno nato da guerre che oggi chiamiamo d'indipendenza ma che furono anche di conquista, sebbene poi ratificate da plebisciti. Eppure gli italiani avevano, come si dice, un grande futuro alle spalle. Ovvero: la loro identità nazionale era da cercare nella loro storia comune, litigi inclusi. «Il processo di formazione dell'identità italiana fu avviato da un'élite intellettuale convinta che stirpe e nazione italica esistessero eccome» spiega Alberto Banti, storico del Risorgimento all'Università di Pisa. «Ma la maggior parte di chi abitava entro i confini geografici della Penisola si sentiva prima di tutto napoletano, piemontese o romano» ...→ LEGGI TUTTO →
Il Veneto e l'unità d'Italia
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