Lo Stato patriarcale di Aquileia (denominato Patria del Friuli dal XIII secolo) cominciò ad esistere dal 1077, dopo che l'imperatore Enrico IV concesse al patriarca di Aquileia, Sigeardo di Beilstein, l'investitura feudale con prerogative ducali su tutta la marca (ossia contea di confine) del Friuli. La fedeltà al potere imperiale, mantenuta dai successori di Sigeardo (per lungo tempo tutti di origine germanica) fece del principato ecclesiatico aquileiese la pedina avanzata della politica imperiale in Italia e permise di consolidare il potere temporale, includendo per alcuni periodi - in epoche diverse - anche Trieste, l'Istria, la Carinzia, la Stiria e il Cadore.
La Patria del Friuli saliva così al rango di una delle più ampie e potenti formazioni politiche dell'Italia del tempo - nonostante non si potesse configurare come un vero Stato sovrano – ed era dotata, fin dal XII secolo anche di un Parlamento, che prevedeva una rappresentanza assembleare non solo dei nobili e del clero, ma anche dei comuni.
I segni di decadenza del ducato patriarcale si erano resi visibili tra gli ultimi decenni del 1300 e i primi del 1400, a causa dei conflitti irriducibili tra i comuni friulani, in particolare tra Udine e Cividale, in cui s’infilarono altri stati italiani ed esteri, ingrossando gli schieramenti contrapposti (gran parte dei comuni friulani, i carraresi, Padova ed il Re d'Ungheria appoggiano Cividale; Venezia appoggia Udine), fino a trasformare il Friuli in campo di battaglia fra l'esercito imperiale e quello veneziano (1411). Alla conquista di Udine da parte dell'esercito dell'imperatore, Venezia rispose nel 1419 con l’occupazione di Cividale e la riconquista di Udine nel 1420. Con la caduta a effetto domino di Gemona, San Daniele, Venzone, Tolmezzo fu la fine del potere secolare del patriarca.
Nel 1455, dopo lunghe trattative il patriarca Ludovico Trevisan accettò il concordato imposto da Venezia. Da questo momento la storia friulana coincise con quella veneziana, fino all’età napoleonica e la caduta della Repubblica.
Nel 1508 sarà conquistata la contea di Pordenone, precedentemente occupata dagli Asburgo. Nel 1593, minacciata dalle scorrerie turche e dalle contese con gli Asburgo per la contea di Gorizia e Gradisca, Venezia attuerà una mossa di arroccamento, costruendo una nuova potentissima fortezza, denominata Palma (poi Palmanova) proprio al centro della pianura friulana. La contea di Gorizia e Gradisca, dopo alterne vicende, ora diplomatiche ora belliche, fra Venezia e Austria, resterà invece incorporata al Sacro Romano Impero Germanico come feudo asburgico (1626).
L’inizio dell’amministrazione veneziana fu fattore di stabilizzazione e tranquillità della situazione politica, ma non altrettanto di sviluppo del sistema economico.
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L’età veneta
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