Siamo all'appuntamento annuale con Archivio Storico Cenedese, rivista di studi storici legati al territorio tra Piave e Livenza. Dall’estate è disponibile in libreria il nuovo numero, che si può acquistare anche direttamente sul sito ascenedese.it.
In attesa dell’analogo incontro nel vittoriese, il numero 7 sarà presentato sabato 15 ottobre a Oderzo, presso la Sala del Campanile del Duomo, alle 15.30.
I contenuti della rivista anche stavolta spaziano dal territorio “cenedese” a quello “opitergino” e su questi sarà possibile soffermarsi durante la presentazione, affidata al direttore Giampaolo Zagonel e a Bruno Callegher (docente dell’Università di Trieste), oltre a qualche altro autore presente.
Nel secondo articolo Le scoperte archeologiche ottocentesche di Arten, località Canaletto, Elisa Possenti esamina il contesto storico nel quale nel gennaio del 1875 furono effettuate ad Arten (Fonzaso, provincia di Belluno) alcune importanti scoperte archeologiche, indagando quali furono i protagonisti e i divulgatori della scoperta, e quali le vicende che portarono alla definitiva acquisizione dei reperti da parte della Bibliothèque Nationale de France di Parigi. Inoltre presenta per la prima volta i reperti bronzei recuperati in quell’occasione e finora rimasti inediti.
La terza ricerca, di Francesco Granzotto, Cent’anni di proprietà Perrucchini ad Oderzo tra storia ed archeologia, considera - sulla base di fonti d’archivio ottocentesche sia a stampa, sia manoscritte - i ritrovamenti archeologici effettuati tra Ottocento e Novecento nell’area nord-est della città di Oderzo, in particolare in relazione ai mappali relativi all’area dell’ex stadio Comunale e degli edifici di abitazione distribuiti lungo le attuali via Roma, via dei Mosaici e via Savonarola. Contestualmente sono evidenziate alcune discrepanze tra le fonti ottocentesche e alcuni testi archeologici della seconda metà del Novecento che hanno tenuto solo parzialmente conto della documentazione prodotta dagli studiosi ed eruditi della seconda metà dell’Ottocento.
Fra le Comunicazioni, lo studio di Alessandra Negri, offrendo un quadro di riferimento sintetico ed aggiornato, ripercorre la storia di un prezioso oggetto liturgico, La Pace del Duca Orso, da secoli custodito nel Duomo di Cividale del Friuli ed ora nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale, le cui origini sono ancora di incerta interpretazione.
Nel saggio Tra Venezia e la Patria del Friuli: i patrizi Molin di San Maurizio a Meduna, Arianna Candeago, prendendo le mosse da inediti documenti dell’Archivio di Stato di Verona (fondo Giusti del Giardino), descrive i tempi e i modi secondo cui i patrizi Molin di San Maurizio si attestarono a Meduna tra la metà del Seicento e i primi dell’Ottocento. A partire dalle "strategiche" nozze tra Francesco II q. Zuanne I Molin e Cecilia q. Iseppo Michiel (1643), la ricerca esplicita come l’unione con i Michiel qui residenti si inserisse in un più ampio progetto di affermazione sociale ed economica del neonato colonnello [Francesco Molin di San Maurizio (1540-1611)] sulla scena veneziana, secondo l’uso degli antichi regimi.
L’articolo di Antonella Ricci, Luigi Luzzatti e gli armeni, focalizza l’attenzione sulla consapevolezza che il mondo politico italiano aveva della gravità di quanto stava accadendo al popolo armeno, negli anni della Grande Guerra e del primo dopoguerra. In tale contesto storico-politico italiano e internazionale, si sofferma particolarmente sulla figura di Luigi Luzzatti e il suo rapporto con il popolo armeno, sul suo operato politico in favore delle legittime aspirazioni degli armeni all’unità nazionale, in discussione alla Conferenza di pace; prende inoltre in considerazione il suo impegno umanitario in difesa dei popoli oppressi che soccorre molte e diverse loro necessità. Basandosi soprattutto su fonti archivistiche, viene documentato il rapporto di Luzzatti con alcune rilevanti personalità del mondo armeno, il suo sostegno alla causa armena nella sua attività parlamentare, di pubblicista, nelle sue relazioni con le forze politiche in Italia e all’estero. Parimenti viene messo in rilievo il suo impegno sul piano sociale, il suo farsi carico delle necessità dei numerosi profughi armeni soprattutto nell’Italia meridionale, che porta alla creazione del villaggio armeno di Nor Arax, vicino Bari.
Completano il numero alcune "Brevi":
- Paolo Spedicato, Storie dell’Altro Mondo: l’italo-brasiliano Ivan Anacleto Lorenzoni Borgo, 1929-2017, (discendente di migranti veneti di Villorba nel sudest del Brasile di fine Ottocento, distintosi come intellettuale, professore universitario e scrittore di cronache e racconti brevi tra i più originali nel panorama della letteratura brasiliana contemporanea, che trattano di generazioni di coloni e contadini disboscatori riuniti in comunità memori della cultura materiale e storica della lontana terra d’origine).
- Manoel Maronese, Un nuovo testimone dell'ode di Giambattista Amalteo per Giovanni d'Austria
- Giampaolo Zagonel, Omaggio a Dino Buzzati nel 50° anniversario della scomparsa.
- di Federico Vicario a Giovanni Tomasi, Dialetti e tradizioni delle Prealpi venete orientali
- di Maddalena Del Bianco a Il cimitero ebraico di Conegliano. Luce eterna sul Col Cabalàn a cura di Lidia Busetti, Mauro Perani, Antonio Spagnuolo
- di Ruggero Simonato a Maria Masolo, Sergio Rusalen, Antiche pievi e oratori nella terra “della Meduna” dal XV al XX secolo. Ricerche archivistiche
- di Giovanni Tomasi a Michele Zanchetta, Atlante dei castelli tra Piave e Livenza
- di Daniele Dibello a Massimo Della Giustina, Gli ultimi Caminesi. Genealogia, storia e documenti dei Conti di Ceneda dopo il 1335.