(Ultimo aggiornamento 19/9/2025)
 

[a. m.] L'espansione di Roma nella Gallia Cisalpina, l’odierna Pianura Padana, iniziata nel II sec. a.C., comportava la necessità di razionalizzare precedenti piste preromane o creare nuovi assi viari - a scopi strategici e militari - per poter percorrere agevolmente e in sicurezza anche queste regioni, e di raccordarli con le vie che salivano da Roma. Le due grandi infrastrutture che interessarono i nostri territori furono la via consolare Postumia e la via Annia.

La via Postumia fu costruita nel 148 a.C. durante il consolato di Spurio Postumio Albino Magno, da cui prese il nome. Il suo tracciato non aveva la funzione di collegare subito Genova dal versante tirrenico, dopo la sottomissione delle popolazioni liguri, con la colonia di Aquileia, fondata nel 181, nevralgico porto fluviale accessibile dal mare Adriatico (due città situate agli opposti limiti della Cisalpina e senza rapporti diretti fra loro), ma rappresentava - detto in linguaggio militare - una “strada di arroccamento” che congiungeva i caposaldi della conquista romana della Cisalpina «lungo un fronte volto verso le regioni subalpine, nelle quali la romanizzazione era o appena iniziata o non ancora compiuta» (cfr. P. Fraccaro, La via Postumia nella Venezia, «Opuscula», 1, Pavia, 1957). Ciò non impedì che la via Postumia si evolvesse presto anche quale importante asse di comunicazione e scambio commerciale, dando un rilevante contributo al processo di romanizzazione, e su di essa si innestarono le principali direttrici di comunicazione tra i vari centri norditalici, fino a quando non mutarono nel corso dei secoli i quadri insediativi ed economici.

Bibliografia | Sitografia

Il catalogo della mostra Tesori della Postumia (Cremona, 1998)

A Cremona dal 4 aprile alI' 11 ottobre 1998, si tenne una grande mostra, "Tesori della Postumia. Archeologia e storia intorno a una grande strada romana alle radici d'Europa" la cui eccezionale raccolta di documenti archeologici intendeva presentare un quadro completo della romanità nelle regioni attraversate dalla grande strada (l'A4 dell'antichità, per così dire) che, congiungendo Genova sul mar Ligure con Aquileia sull'Adriatico, era divenuta ben presto una direttrice di scambi culturali e commerciali di importanza fondamentale per la diffusione della civiltà mediterranea nell'Europa.

I tesori della Postumia
 
 
Il poderoso catalogo dedicato alla mostra fu curato da Gemma Sena Chiesa e da Maria Paola Lavizzari Pedrazzini con la collaborazione di un gran numero di studiosi italiani e stranieri, impegnati per la stesura dei saggi introduttivi, delle schede generali e riguardanti i materiali, assicurando la necessaria visione d'insieme per i singoli oggetti.
Il saggio  di Mario Torelli (pp. 27-33) offriva l'inquadramento metodologico generale al grandioso panorama d'insieme articolato in sette sezioni, dove si mettevano a confronto i dati e le interpretazioni innovative allora più recenti sulla diffusione della cultura romana nei territori dell'Italia settentrionale fra terzo e primo secolo avanti Cristo e da qui all'Europa continentale.
La prima sezione, L'Italia settentrionale fra Tirreno e Adriatico in età preromana (pp. 35-143), è dedicata ai popoli preromani insediati sui territori attraverso cui si snoderà più tardi la via Postumia: i Liguri sulla costa tirrenica, nell'entroterra appenninico e nella pianura sud-occidentale della Valle Padana; gli Insubri fra Sesia e Adda; i Cenomani fra Cremona e Verona; i Veneti nella parte orientale della Pianura Padana e lungo la costa nord-adriatica. Delle diverse popolazioni risultano analizzate non solo le specifiche caratterizzazioni, ma anche gli elementi di continuità fra le realtà sociali e culturali preromane e quelle della piena assimilazione alla romanità, portando ad un più alto livello di conoscenza «quello straordinario progetto politico attraverso il quale le popolazioni preromane della Gallia Transpadana, fra il secondo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo, si fusero con coloni di origine italica peninsulare, con una compieta integrazione politica e sociale». Evoluzione basata «su fattori di espansione commerciale e culturale e solo in piccola parte militare e di conquista, che conosciamo con il nome di "romanizzazione culturale" (analizzato nell'articolo introduttivo di Torelli), in cui molta parte ebbero le popolazioni locali oltre ai coloni giunti dalla penisola italica» (Maria Visentini).
Il secondo tema, La via Postumia asse della romanizzazione dell'Italia settentrionale (pp. 145-285), mette in evidenza l'importanza della costruzione della Postumia e di altre grandi strade consolari nella trasformazione dell'Italia settentrionale, quindi le modifiche apportate al paesaggio, le trasformazioni agrarie e idrografiche come pure le caratteristiche tecniche di una via primaria di comunicazione e la sua influenza politica e culturale. Infatti la realizzazione di un grande percorso viario rappresentava per i grandi personaggi dell' aristocrazia romana un atto di prestigio politico personale e la prova di una imponente potenzialità organizzativa e tecnica davanti alle nuove comunità coloniali e alle popolazioni indigene. Tale concetto è pure sottolineato da Lorenzo Quilici nel suo saggio La costruzione di una strada consolare (pp. 163-170).
Nella terza sezione, I protagonisti (pp. 287-311), si passano in rassegna i personaggi che hanno legato le loro azioni alla romanizzazione dell'Italia del nord: sono riprese, cosÌ, in maniera sintetica, le fìla della ritrattistica romana tardo-repubblicana e augustea nella Cisalpina, per evidenziare come anche in questa regione il ritratto ufficiale sia stato un fortissimo veicolo di propaganda politica.
La quarta sezione, Società economia e costume lungo la Postumia tra II e I secolo a.C. (pp. 313-395), fa il punto sul complesso e articolato problema della Koinè culturale locale, tenendo conto delle più recenti ricerche che in particolare rivolgono l'attenzione ai rapporti artistici sia fra centro e periferia sia fra periferia e centro: da una parte i legami della cultura figurativa nord-italica con Roma e il mondo peninsulare italico, e dall'altra con la tradizione ellenistica direttamente recepita.
La quinta sezione, I centri abitati (pp. 397-579), si sofferma sullo sviluppo delle città lungo la Postumia con il loro impianto urbanistico e con le testimonianze della loro storia. Sono presentate dapprima le grandi colonie latine del secondo secolo avanti Cristo (Piacenza, Cremona, Aquileia e Dertona/Tortona) fondate con decreto del senato e popolate da coloni italici immigrati al nord, in territori non ancora del tutto pacificati e ancora da risistemare per lo sfruttamento agrario; seguono poi le città formatesi dallo sviluppo in età romana di antichi centri indigeni (Genova, Verona, Vicenza, Opitergium/Oderzo, Concordia). Tale rassegna si conclude con i vici, come Clastidium (Casteggio) e Bedriacum (Cavaltone), piccoli centri abitati situati su incroci del sistema viario con la rete fluviale padana e quindi di primaria importanza per i loro traffici commerciali. Alla luce delle recenti indagini archeologiche, i cui studi sono riportati nei singoli saggi di questa sezione, emerge che quasi in tutte le città cisalpine fiorenti in età augustea ci sono presenze e impianti abitativi precedenti l'età romana. Così, come si legge nell'articolo intitolato Aquileia (pp. 421-425) di Franca Scotti Maselli, la colonia latina di Aquileia, fondata per scopi militari, è stata costituita su di un sito non lontano da un precedente abitato a carattere commerciale. Pertanto, come suggerisce Gemma Sena Chiesa nel suo saggio Popolamento del territorio, rapporti culturali e commerciali lungo la via (pp. 326-338), deve essere accettata con molta cautela la contrapposizione tra i popoli preromani, legati a un modello di popolamento sparso e la romanità caratterizzata dall'urbanizzazione, considerando l'antica presenza nella Pianura Padana dei centri urbani etruschi.
La sesta sezione, La Postumia oltre la Postumia (pp. 581-619), è riservata alle province del Norico, dell'Istria e della Pannonia, in ciascuna delle quali proprio la presenza di diretti collegamenti porterà al formarsi di stretti legami commerciali e culturali con l'Italia settentrionale e quindi di quella romanità che sarà alle radici dell'Europa.
L'ultima sezione, La fine della strada e la sua memoria: i nuovi itinerari dall'età tardoantica al medioevo (pp. 621-655), fa una riflessione sulla decadenza del lungo asse stradale nel periodo delle invasioni e sul formarsi in età alto medioevale di nuove vie di transito spesso incrociantesi con quelle più antiche. Le schede relative a questo tema presentano i corredi funebri delle popolazioni barbariche come pure le commoventi testimonianze dei pellegrini in cammino lungo la via Francigena, che nell'Italia settentrionale incrociava la via Postumia, i quali portavano con sè dall'Oriente le ampolle con l'immagine del venerato eremita San Mena.
L'apparato illustrativo, composto di ottime Tavole a colori (pp. 657-703), di foto in bianco e nero, di disegni, di piante, di cartine e di sintesi grafiche, è in armonia con il testo.
La Bibliografia generale (pp. 707-737), che fa spazio a studi vecchi e a quelli recentissimi, è posta alla fine del volume: tale collocazione la rende di comoda consultazione. Un'opera, dunque, poderosa che si pone come prezioso e irrinunciabile strumento di lavoro e di confronto: infatti permetterà agli studiosi del settore di riconsiderare, in una visione complessiva, il rapporto dialettico fra le popolazioni indigene di tradizione gallica con il loro assetto sociale, politico e territoriale e il nuovo potere romano nelle sue implicazioni militari, politiche, economiche e culturali; inoltre le nuove ricostruzioni dei piani urbanistici di Verona e di Vicenza consentiranno ancora una volta di discutere sui fenomeni di sviluppo e sulle grandi opere di monumentalizzazione urbana specialmente in età augustea e giulio-claudia.
 
[Cfr. Maria Visintini, Recensione a Aa.Vv., Tesori della Postumia. Archeologia e storia intorno a una grande strada romana alle radici dellEuropa, Electa, Milano 1998 | https://opac.rivistefriulane.it/ricerca/dettaglio/aa-vv-tesori-della-postumia-archeologia-e-storia-intorno-a-una-grande-strada-rom/10863#]
 
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