Lo spunto per ordinare in una scheda sintetica le informazioni sulla chiesa di san Pietro Apostolo in Fontanelle si deve alla partecipazione domenica 17 ottobre ad una delle iniziative della 3a edizione del Viaggio nel Sacro tra Piave e Livenza (annuale appuntamento curato e promosso dall'Istituto Diocesano Beato Toniolo. Le vie dei Santi), partendo dalle spiegazioni del presentatore e da un foglietto offerto come breve guida ai visitatori.
Le illustrazioni sono elaborazioni di foto personali, scattate con uno smartphone in condizioni non favorevoli di luce e di punto prospettico. Possono risultare alquanto approssimative, soprattutto riguardo ai colori, ma hanno il solo scopo provvisorio - in attesa di riproduzioni migliori - di suscitare nel lettore una curiosità che lo spinga a visitare di persona la chiesa e ammirare le opere che l'adornano.
 

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La parrocchiale di san Pietro Apostolo a Fontanelle (provincia di Treviso e diocesi di Vittorio Veneto, forania opitergina) è un'antica chiesa "pievana". Il titolo di pieve le appartenne già dal Medioevo, anche se non è noto quando sia diventata una pieve indipendente. Già prima dell'anno 1000 si trova nominata come "matrice" in un documento riguardante la parrocchia di Visnà di Vazzola. Il beneficio di Fontanelle fu conferito dal vescovo di Ceneda a Prè Giovanni, primo parroco ufficialmente nominato, il 20 febbraio 1449.

Della chiesa originaria ad una sola navata, da cui deriva quella moderna, si può stimare l'epoca di erezione prima del 1480, anno in cui fu consacrata dal vescovo Nicolò Trevisan.
L'edificio, rimasto invariato per almeno tre secoli, iniziò a mutare configurazione dal 1769 con la costruzione del tabernacolo in stile barocco insieme agli angeli adoranti e con il primo ampliamento a cura dell'arciprete don Antonio Comin protrattosi fino al 1773.
Cento anni dopo, tra il 1870 e il 1873, su impulso di don Ignazio Frezza si arrivò ad un ulteriore ingrandimento con l'aggiunta delle navate laterali. Il 1° febbraio 1874 questa trasformazione riceveva la benedizione rituale impartita dal vescovo Corradino M. Cavriani.
Altri lavori di restauro continuarono - con don Carlo Frezza - fino al 1883, interessando il soffitto e la navata centrale.

 
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La facciata - classicheggiante - è tripartita. Quattro lesene culminanti con capitello ionico sostengono la trabeazione su cui poggia un timpano triangolare con oculo centrale tondo. La chiesa - di pianta pressoché rettangolare - è orientata come tutte le chiese antiche in senso teologico, con l'abside a oriente e il portale a occidente.
L'edificio è formato di un'aula quadrata con una navata centrale e due navate laterali, suddivise mediante dodici colonne (come il numero degli apostoli) sormontate da capitelli ionici che sorreggono a loro volta dieci arcate a tutto sesto, e termina con il presbiterio e l'abside semicircolare e le due sacristie ai lati del presbiterio.
Il soffitto della navata principale è strutturato a volta a botte, il soffitto delle navate laterali a volte a crociera.
Sul lato sud-est, alla chiesa si affianca il campanile.

Interno della chiesa

NAVATA SINISTRA

Battistero

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Nella prima cappella a sinistra, entrando dalla porta principale, è custodito il Battistero, composto da due elementi distinti: il fonte battesimale in pietra e una cuspide lignea intagliata che lo sormonta.

La vasca battesimale, risalente alla prima metà del 1500, attribuita a Matteo da Fontanelle, è in pietra viva e decorata di foglie d'acanto e fiori realizzati in bassorilievo, tipicamente rinascimentali. Non è da escludere che originariamente essa fosse policroma, persistendo delle tracce di colore alla sua base. Presenta anche quattro stemmi: quello anteriore appartiene a uno dei sei vescovi che tra il 1508 e il 1545 la famiglia Grimani fornì alla diocesi di Ceneda; quello sul lato posteriore appartiene all'allora pievano Venceslao Conte di Spilimbergo che resse la Pieve dal 1499 al 1524; gli altri due non sono ancora stati identificati.

 
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La copertura lignea, databile fine 1600, originariamente tutta rifinita in foglia d'oro, era stata tinta di bianco (intendendosi simulare un effetto marmoreo). È stata liberata dalla crosta con cui era stata ricoperta, grazie al restauro del 2021, senza però poter più restituire ormai la rifinitura in foglia d'oro.
Nei quattro lati anteriori emergono quattro facce angeliche e quattro personaggi.
Nella portella di sinistra Gesù, in preghiera pronto a ricevere il battesimo, è di fronte a Giovanni Battista, raffigurato - nella portella di destra - mentre lo sta per battezzare. Nel secondo lato di sinistra compare un uomo (il padrino del neobattezzato) con una fiaccola in mano simboleggiante la luce di Cristo in cui si entra con il sacramento del battesimo. Nel secondo lato di destra invece compare un giovane neofita (neobattezzato), diventato con il battesimo “uomo nuovo” e perciò rivestito di una veste bianca e decorata, dopo essersi spogliato del vestito vecchio (l'uomo vecchio) che ora tiene in mano.

Sulla sommità della cuspide s'innalza una statua di San Giovanni Battista, non appartenente però al manufatto originale.

 

Parabola delle vergini stolte e delle vergini sagge

Sulla parete sinistra della navata, tra la prima e la seconda cappella, è collocata una tela (recentemente restaurata nel 2018) attribuita al pittore veronese Antonio Balestra (1666-1740) con il soggetto della parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte (Matteo 25,1.14).

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 

Altare della Madonna del Rosario

Nella seconda cappella a sinistra risalta per la propria ricercatezza scultorea l'altare marmoreo del XVII secolo dedicato alla B. V. Maria del Rosario. Accoglie la pala del pittore veneto Francesco Frigimelica il vecchio (1570-1646) nella quale sono raffigurati la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina e il ciclo dei quindici misteri del Rosario (gaudiosi, dolorosi e gloriosi). Nella parte inferiore si ritrae la confraternita del Rosario e un gruppo di fedeli devoti.

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 

Il Sogno di Giacobbe

Sopra la porta laterale della navata sinistra, è posta una tela che rappresenta il sogno di Giacobbe (secondo Genesi 28, 10-14) attribuita alla scuola del Pordenone ma con un'accentuazione di stile barocco, acquistata dalla parrocchia nel secolo XVII.

 

Altare della Madonna

All'interno della nicchia dell'altare marmoreo (del 1700) attualmente dedicato a Maria Ausiliatrice, fu inserita nel 1937 la statua lignea realizzata a Ortisei, in sostituzione della pala dell'Immacolata Concezione opera di Giuseppe De Lorenzo da Soligo, spostata nella cappella di fronte al Battistero.

 

PRESBITERIO

Il presbiterio, sottoposto a rifacimento nel 1930, presenta le balaustre, due amboni e due portali delle sacrestie in marmo rosso di Carrara.

La pala dell'Assunzione di Maria in cielo

Nel catino absidale è innalzata la pala dell'altare maggiore di Francesco Montemezzano (Verona, 1555 - Venezia, 1602?). Raffigura Maria portata in cielo dagli angeli e, sotto, il gruppo degli apostoli, il sepolcro vuoto di Maria e una croce astile che congiunge la terra al cielo.
Questo dipinto venne a sostituire nel settembre del 1821 la precedente e (più) prestigiosa pala raffigurante San Pietro in trono e i santi Paolo, Tiziano Vescovo di Oderzo, Giustina, Giovanni Battista, Marco e Augusta di Jacopo Palma il vecchio ora conservata alla Galleria dell'Accademia di Venezia.
Sul catino absidale, durante il restauro del soffitto nel 2014, è ricomparsa anche una decorazione risalente al 1700 che forma una conchiglia, simbolo del pellegrino che fin dal battesimo è chiamato a camminare verso la meta del paradiso.

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 
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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 
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La pala San Pietro in trono e i santi Paolo, Tiziano Vescovo di Oderzo, Giustina, Giovanni Battista, Marco e Augusta di Jacopo Palma il vecchio, proveniente dalla Chiesa di Fontanelle, ora conservata alla Galleria dell'Accademia di Venezia | Fonte: gallerieaccademia.it/san-pietro-trono...
 

Altare maggiore

L'altare maggiore è composto da due parti costruite in periodi diversi. Il tabernacolo, il ciborio e gli angeli adoranti risalgono alla seconda metà del XVIII secolo (1769) mentre furono rifatti nel 1927 la mensa (del marmista G. Zanetti che abbinò un nuovo stile a quello tardo barocco, già esistente nella parte superiore) e il paliotto, caratterizzato da bassorilievi in marmo policromi, spighe di grano, una croce greca e motivi geometrici, con ai lati due angioletti in marmo di Carrara.

Conversione di San Paolo e Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Sulle pareti laterali del presbiterio trovano posto due tele di G. De Lorenzi da Soligo (1860): a destra San Paolo sulla via di Damasco ovvero la conversione di San Paolo; a sinistra l'ingresso di Gesù a Gerusalemme.

Coro

Il Coro in legno di noce risale alla seconda metà del 1700. Al centro degli stalli di destra si apre la porta per accedere alla sacrestia; al centro degli stalli di sinistra c'è la sede da cui il sacerdote presiede le celebrazioni. Della stessa fattura sono anche i confessionali presenti lungo le pareti della chiesa.

 

NAVATA DESTRA

Consegna delle chiavi all'apostolo Pietro

Nella nicchia dell'altare marmoreo del 1700 dedicato al patrono, l'apostolo Pietro, (nella prima cappella laterale della navata destra, quando si scende dal presbiterio) è contenuta la pala di Giuseppe (?) Cima da Villa di Villa di Mel commissionata nel 1922. San Pietro è raffigurato nel momento in cui riceve da Gesù le chiavi del regno secondo il racconto evangelico (Matteo 16,15 -19): il potere delle chiavi e quindi il potere di legare e sciogliere.
La pala attuale sostituisce il precedente dipinto "Gesù che dà le chiavi a S. Pietro", databile al 1852, di Pompeo Marino Molmenti (1819-1894), andata perduta e/o trafugata durante gli eventi bellici del 1915-18.

Il roveto ardente

Sopra la porta laterale della navata destra, tra la prima e la seconda cappella, una tela della scuola di Jacopo Da Ponte detto il Bassano (secolo XVI) raffigura l'episodio del Roveto ardente - Vocazione di Mosè secondo il racconto di Esodo 3, 1-6.

Sant'Antonio da Padova

Nella nicchia dell'altare marmoreo dedicato a San Antonio di Padova (nella seconda cappella) è contenuta la pala di Pietro Liberi pittore padovano (1614 ca - 1687).

Adorazione dei Magi

Tra la seconda e la terza cappella una tela del pittore veneziano Giovanni Battista Pittoni (1687-1767), oggetto di un problematico restauro nel 2018, rappresenta l'Adorazione dei Magi secondo il racconto evangelico di Matteo 2, 1-12.

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 
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Riproduzione della tela "Adorazione dei Magi" di Giovanni Battista Pittoni presente nella Fototeca della Fondazione Federico Zeri - Università di Bologna | catalogo.fondazionezeri.unibo.it | Cfr. Francesca Zava Boccazzi, Pittoni. L'Opera completaAlfieri Edizioni D'Arte, 1979, p. 130, n. 66

 

L'Immacolata Concezione

Nella terza cappella è stata collocata - spostandola dall'Altare della Madonna che ora accoglie la statua lignea proveniente da Ortisei - la pala dell'Immacolata Concezione del pittore Giuseppe De Lorenzi da Soligo, raffigurata secondo la descrizione che ne fa il libro dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo (12, 3-4). Ai piedi della vergine, compaiono (partendo da sinistra) le sante martiri Caterina d'Alessandria, Agata, Lucia e Apollonia con i segni del martirio. L'opera fu commissionata nel 1860, in sintonia col dogma dell'Immacolata proclamato da papa Pio IX I'8 dicembre 1854. 

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 

Cantoria

Sopra la porta principale, in cantoria (XIX secolo), è installato il prestigioso organo di Gian Battista De Lorenzi (1806-1883), organaro vicentino. Lo strumento attuale è del 1863, ma non costruito ex-novo, bensì "restaurato", recuperando parte del precedente organo settecentesco di Gaetano Callido ed aggiungendo alcune parti a completamento del rifacimento. L'ultimo importante intervento di restauro "filologico" venne eseguito dalla ditta Zanin di Codroipo nel 1995-1996.

 

Altre opere

Acquasantiera

Vicino alla porta laterale dal lato del cimitero si trova la vasca di un'antica pila dell'acqua santa, forse la più antica opera che si trova all'interno della chiesa, databile fine 1400, in quanto sono riportati sulla stessa gli stemmi di Andrea Liberati (con le sue iniziali) che fu pievano dal 1460 al 1486 e del Pietro Leoni che fu vescovo di Ceneda dal 1445 al 1474. Si presume che la vasca dell'acquasantiera fosse I'antico battistero prima dell'attuale.

Pulpito

Il pulpito in legno di noce con varie decorazioni che si trova addossato alla seconda colonna della navata di sinistra è stato realizzato nel 1903.  Sostenuto da due mori, è sovrastato da un baldacchino nella parte interna del quale presenta la colomba dello Spirito Santo perché lo Spirito di Dio illumini colui che tiene l'omelia.

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Fonte: a.m. (elaborazione propria)*
 

Crocifisso ligneo

Nella cappella del Battistero è presente un grande crocifisso Iigneo non precisamente datato.

Via Crucis

Le stazioni della Via Crucis sono una raccolta di 14 quadri, opera di vari incisori settecenteschi (se ne conoscono anche i nomi). Settecentesche sono altresì le incisioni poste nei confessionali antichi.

 

Riferimenti

  • Chiesa di San Pietro Apostolo (Fontanelle) | chieseitaliane.chiesacattolica.it
  • Fontanelle: Parrocchia dedicata a San Pietro Apostolo | diocesivittorioveneto.it/territorio/parrocchie
  • Guida all'antica pieve di san Pietro Apostolo in Fontanelle - Diocesi di Vittorio Veneto, s.i.p. | Brochure offerta ai visitatori della chiesa
  • BeWeb (Beni ecclesiastici in web) | beweb.chiesacattolica.it | BeWeb «rende visibile il lavoro di censimento sistematico del patrimonio storico e artistico, architettonico, archivistico e librario portato avanti dalle diocesi italiane e dagli istituti culturali ecclesiastici sui beni di loro proprietà» | G. De Lorenzi / Francesco Frigimelica / Pietro Liberi / G. B. Pittoni / Montemezzano / ...
  • Tutte le tipologie di volte - Piante e sezioni | artchist.blogspot.com/.../elemento-costruttivo-le-volte
  • Gian Franco Corazza, L'antica pieve di San Pietro Apostolo in Fontanelle, Becco Giallo, Oderzo, 2016 | Reperibilità: ...
  • Lucia Ievolella, Pompeo Marino Molmenti (1819-1894) pittore e insegnante tra Accademia e Realismo, «La Nuova Castella», Rivista liventina di cultura, numero speciale, marzo 2021, Motta di Livenza.
  • Francesca Zava Boccazzi, Pittoni. L'opera completaAlfieri Edizioni d'Arte - Electa, Venezia, 1979, p. 130, n. 66
  • XXXIII Festival Organistico Internazionale “Città di Treviso e della Marca Trevigiana” - 2021, n. 35 - Organo Giovanni Battista De Lorenzi, 1863 - Fontanelle, Chiesa di San Pietro Apostolo | festivalorganistico.com/.../organi/Giovanni-Battista-De-Lorenzi-1863
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Attraverso il tempo

La chiesa fotografata dagli austriaci durante il periodo dell'occupazione, 18.5.1918 | Fonte: bildarchivaustria.at