Vinta la guerra, persa la paceDebutta a Treviso l'Istituto di Studi Storici col suo primo Quaderno, Vinta la guerra, persa la pace, dedicato all'immediato dopoguerra del primo conflitto mondiale. Sono raccolti gli scritti di Lisa Bregantin, Enrico Fuselli, Simone Menegaldo, Andrea Pasetti, Paolo Pozzato, Giulio Quintavalli e Sergio Tazzer, scrittore e giornalista presidente provvisorio dell'ISTOR.
La Conferenza di Parigi si concluse con i trattati di Versailles (con la Germania), di Saint-Germain-en-Laye (con l'Austria), del Trianon (con l'Ungheria), di Neuilly (con la Bulgaria) e di Sèvres (con l'Impero Ottomano) ma non riuscì a ricostruire le basi di una lunga pacificazione. La pace nasceva "vendicativa, come colossale resa dei conti fra Parigi e Berlino, con l'assenso di Londra e l'acquiescenza della nuova potenza americana. Anche il bottino dell'Italia vittoriosa fu magro. Cadde il governo Orlando e nacque il gabinetto Nitti. Dalle piazze montava il lamento della "vittoria mutilata" e, infine, D'Annunzio marciò da Ronchi di Monfalcone su Fiume, occupandola fino al "Natale di sangue" del 1920. Nel paese scoppiarono proteste sociali, con i reduci delusi da una patria che li aveva abbandonati. Nel continente la pace parigina fu incubatoio del revanscismo e del nazionalismo, che sfociarono in seguito nel nazional-socialismo tedesco. In Italia iniziò anche il culto della memoria dei caduti in quella tragedia collettiva che fu la guerra.
  • Vinta la guerra persa la pace. Dagli specchi di Versailles agli scontri nella Repubblica di Weimar, alla dannunziana "Fiume d'Italia", Scritti di Sergio Tazzer, Paolo Pozzato, Simone Menegaldo et alii, Kellermann Editore, Vittorio Veneto, 2020 | Reperibilità: ...