Veneto “retrovia” 1915-18, a cura di Lucio De Bortoli e Matteo Ermacora, «Venetica», 53 (2/2017), Cierre Edizioni, Sommacampagna (VR)
 
Questo numero monografico di «Venetica» dedicato al primo conflitto mondiale analizza il tema delle “retrovie”.
Al vaglio delle più recenti tendenze della storiografia internazionale, questo tema appare quanto mai rilevante se si prende in considerazione il territorio veneto, teatro di una guerra di massa, moderna, totale e devastante. Sin dal 1914-15, con le negative conseguenze del rientro degli emigranti e la mobilitazione dell’esercito italiano, le province venete divennero lo spazio di un conflitto non ancora dichiarato, in seguito, con l’avvio delle ostilità, si verificò una generale ridefinizione del territorio e delle sue funzioni: a ridosso del confine si affermarono il “fronte” e la “zona di operazioni”, mentre le zone retrostante divennero “retrovie”, a loro volta inserite nella più ampia “zona di guerra”. Nel contempo, dal punto di vista simbolico e logistico, il Veneto rappresentò una sorte di regione “fronte” e “retrovia” rispetto al resto della penisola, aspetto che determinò una mobilitazione totalizzante delle risorse umane e materiali locali trasformandola in una vera e propria «regione in armi».
I saggi di questo numero della rivista cercano di delineare come il conflitto abbia inciso sulle zone prossime al fronte - le “retrovie” - e più ampiamente sul territorio regionale. Le retrovie, sebbene considerate dalla memorialistica militare in contrapposizione alle trincee, si configurano come uno spazio in mutamento, una sorta di “laboratorio” caratterizzato da una intensa militarizzazione, dalla mobilitazione delle risorse, dalla presenza della violenza bellica, dalla convivenza tra popolazione civile e militare, da un accentuato controllo repressivo. Questi fattori - agendo con diverse intensità ma in maniera univoca e accelerata - impressero una sensibile trasformazione non solo degli spazi fisici, ma anche delle economie e dei panorami sociali.
 
Sommario:

  • Lucio De Bortoli, Matteo Ermacora, Introduzione. Veneto “retrovia” 1915-18, pp. 7-14 | iris.unive.it
  • Matteo Ermacora, Spirito pubblico in una regione di retrovia. Veneto 1914-18, pp. 15-39 | iris.unive.it
  • Giuliano Casagrande, “Viva l’Austria?” Campagne trevigiane tra mobilitazione, requisizione e annona (1915-18), p. 41
  • Franca Cosmai, Le “portatrici” carniche e cadorine: una peculiare forma di mobilitazione femminile nella zona di guerra, p. 57
  • Chiara Scinni, La “luna spia”. I bombardamenti aerei a Treviso, p. 73
  • Lucio De Bortoli, Destra Piave tra civili e militari nel dopo Caporetto. L’operato di Pietro Bertolini nell’Alto trevigiano non invaso, p. 93 | academia.edu/37808303
  • Roberto Piccoli, Diserzione, favoreggiamento e disfattismo attraverso i fascicoli processuali del tribunale militare di Verona (1917-18), p. 117
  • Valeria Mogavero, La Venezia e le Venezie: retrovie ideologiche della Grande Guerra, p. 137
  • Lisa Bregantin, Parole in fotografia. Squarci di vita dietro le linee del Piave, p. 159 | combattentiereduci.it/voci-in-fotografia
  • Giuseppe Ghigi, Il Veneto in guerra nei filmati “dal vero” (1914-18), p. 183

Altri riferimenti bibliografici e sitografici

  • [2008] Matteo Ermacora, Guerra e genti di retrovia | academia.edu/4358906
     
  • [2014] Alessandro Massignani, A due passi dal fronte. Le capitali della guerra italiana: Udine e Padova, in Fronti interni. Esperienze di guerra lontano dalla guerra 1914-1918, a cura di Andrea Scartabellati, Matteo Ermacora, Felicita Ratti, Napoli, ESI, 2014, p. 111 | academia.edu/36843918
     
  • [2015] Lucio De Bortoli, Società e guerra. Montebelluna (1915-18). Popolazione e Militari dalla zona di guerra al fronte del Piave, Prima Parte | academia.edu/30938256



    Il dramma della vita di guerra e il profugato. Montebelluna fu “città al fronte” e centro di raccolta degli sfollati dei comuni limitrofi, ove si concentrarono migliaia di soldati. Fu sistematico bersaglio strategico delle artiglierie nemiche, e avamposto della volontà politica di mantenere in vita, per quanto possibile, la vita civile e l’attività rurale allo scopo di evitare lo sgombero totale della destra Piave. In questo libro parlano le carte dei poveri e dei soldati, dei commissari prefettizi e degli impiegati comunali, dei parroci e delle donne; non c’è la “grande storia” e il discorso “politico-militare”.
     
  • [2015] Tatiana Calmasini, Il "nemico interno" a Treviso durante la Grande Guerra. Reprimere, sorvegliare, recludere, Tesi di laurea, UniVe, 2014-2015 | academia.edu/23731437 | dspace.unive.it
     
  • [2015] Giovanni Callegari, Un paese, una storia: ricordare per conservare | Spresiano in guerra (1917-18) | academia.edu/10862053
     
  • [2018] Matteo Ermacora, Una città in guerra: mobilitazione patriottica e vita culturale a Udine (1915-1918), in L'autre front / Il fronte interno. Art, culture et propagande dans les villes italiennes de l'arrière (1915-1918). Les villes dans la guerre, «Cahiers de la Mediterranée», 97/1, 2018, pp. 13-24 | journals.openedition.org/9731 | Leggi pdf
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  • [2019] Le «disfatte» di Caporetto. Soldati, civili, territori 1917-1919, a cura di Matteo Ermacora, EUT Edizioni Università di Trieste, 2019 | openstarts.units.it