L'esempio del nome del fiume Piave

La mascolinizzazione del Piave servì simbolicamente ad esaltare l'arresto dell'invasione austro-ungarica nel 1917 dopo Caporetto, ma maschio lo avevano già fatto anche gli austriaci quando avevano dominato il Lombardo-Veneto.
[Massimo Fanfani, Fiumi femminili, fiumi maschili | Accademia della Crusca | accademiadellacrusca.it]

O il Piave o tutti accoppati!

[...] «Originariamente il Piave, come diversi altri fiumi del Veneto o del Trentino (Brenta, Livenza, Sarca, Sonna, ecc.), era di genere femminile. Così risultava nel dialetto (la Piau nel sec. XVIII a Belluno, la Plaf a Vittorio Veneto) e localmente: ancor oggi ce ne possiamo render conto da almeno un paio di “relitti” toponomastici: la Piave vecchia (antico alveo e località alla foce del fiume), la Piavesella di Nervesa (canale scolmatore). Il femminile era largamente attestato anche nella lingua, in scritti letterari o meno, opera di veneti e di non veneti, dal Medioevo fino ai primi del Novecento. Ad esempio, il nome Piave ricorre come femminile nella Cronica dei Villani, nel Dittamondo, nelle Rime del Sacchetti, in Guicciardini (che usa la variante in –a: «fiume della Piava»), Garzoni, Da Ponte; va detto però che le occorrenze più recenti sono solo letterarie, come quella nella Nave (1908) di Gabriele d’Annunzio: «La Piave e la Livenza coprono tutti i pascoli». Anche Dante usa Piava, ma il genere è indeterminabile e la terminazione in –a forse condizionata dalla rima: «In quella parte de la terra prava | italica che siede tra Rialto | e le fontane di Brenta e di Piava» (Paradiso, IX, 25-27). La forma Piava è comunque attestata anticamente in documenti veneti, fin dalla cronaca trecentesca del doge Andrea Dandolo, dove si tratta delle concessioni di Liutprando al doge Paoluccio: «a Plava maiore usque in Plavam siccam sive Plavixellam».

Dall’inizio del Settecento, tuttavia, non erano mancati degli sporadici impieghi maschili (prevalentemente di scriventi non veneti), impieghi che si erano infittiti assai, fino a diventare pressoché esclusivi, nella seconda metà dell’Ottocento, e questa volta nello stesso Veneto, specialmente negli scritti di studiosi, geografi, ingegneri che si occupavano del fiume; ma anche, e diffusamente, nella lingua comune: ricordo che nel 1867 un settimanale di Belluno si intitolava Il Piave; e che la Gazzetta di Conegliano (1868-1880) riportava nel sottotitolo: Organo del Comizio agrario e degli interessi della sponda sinistra del Piave. Non stupisce, quindi, che compaia il maschile nell’ode Cadore che Giosuè Carducci scrisse «In piazza di Pieve del Cadore | e sul Lago di Misurina | sett. 1892» e che fu raccolta in Rime e ritmi: «Pieve che allegra siede tra’ colli arridenti e del Piave / ode basso lo strepito, / Auronzo bella al piano stendentesi lunga tra l’acque / sotto la fósca Ajàrnola».

Il diffondersi generalizzato del maschile non era altro, come abbiamo visto, che una conseguenza della modernità: la scolarizzazione che tendeva a promuovere la norma dei grammatici e il progresso tecnico-scientifico e commerciale che esigeva uniformità terminologica e precisione nelle denominazioni: anche i nomi geografici andavano normalizzati, e dunque per le persone acculturate i fiumi eran tutti maschili, tanto che la sorte toccata al Piave fu riservata, per restare nella regione, anche a Brenta, Livenza e Sarca, nomi che non furono protetti nemmeno dalla loro terminazione in –a. Così gli stessi veneti, che magari in dialetto continuavano a usare il femminile parlando di tali fiumi, quando prendevano la penna e si accostavano all’italiano, passavano al maschile.

Per il Piave, tuttavia, il definitivo mutamento di genere, avvenuto in modo lento e inavvertito nel corso dell’Ottocento, certo attraverso una fase in cui i due diversi usi convivevano – l’uno abbarbicato sempre più debolmente nel dialetto, l’altro sempre più propagginato nella lingua –, fu turbato da un improvviso dietrofront, quando, durante la Grande Guerra, fra il 1917 e il 1918, il nome del fiume balzò per un anno intero nei titoli dei giornali, trasfigurandosi subito in qualcosa di simbolico e di leggendario... | LEGGI TUTTO

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