Ripropongo il post del 2020 I racconti della Natività, con riflessioni sulla "generazione di Dio" e il mito cristiano (mythos, in greco, narrazione sacra) della natività di Gesù.
[a. m.] La nascita di Gesù come "dio che si fa uomo", generato da una donna, e la resurrezione del Cristo crocifisso dalla morte sono per i credenti i due postulati senza i quali il cristianesimo non sarebbe che un'etica e una morale, non una religione "rivelata". Possono tuttavia impegnare nella meditazione anche chi li ritiene solo dei miti fondanti di una religione - alla stregua di altre narrazioni sacre (mythos, in greco) - data la loro capacità di influenzare e modellare l'immaginario collettivo nelle società umane. L'iconologia e l'iconografia di questi miti (o di queste verità) hanno innervato antropologicamente e culturalmente la comunità dell'occidente e trovato espressioni sia a livello colto nell'arte e nella letteratura sia a livello popolare nel folclore ispirato dal sacro.
Soffermarsi sulla "Natività per antonomasia" non è tanto rimpiangere "veri natali" perduti del passato (da quello originario a quello dei nostri nonni o padri o della nostra infanzia dirimpetto ai natali contemporanei, inautentici, desacralizzati e consumistici); è un modo di restare in ascolto delle risposte date all'arcana interrogazione sull'incarnazione ... attraversando i racconti originari, le "immagini" della musica, dell'arte e della letteratura, i dialoghi tra filosofia e teologia. Di quest'ultimo genere è un vertiginoso libretto di Massimo Cacciari "Generare Dio", inaugurale della collana "Icone - Pensare per immagini" (Il Mulino, 2017) su Maria, la "Mater Dei",
→ LEGGI TUTTO L'ARTICOLO: I RACCONTI DELLA NATIVITÀ